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Ancora problemi per l’Ast, i sindacati denunciano 64 esuberi nel piano della Regione

Ancora problemi per l’Ast, i sindacati denunciano 64 esuberi nel piano della Regione

Il piano è stato illustrato oggi nel corso di una seduta della IV Commissione legislativa Ars

Sessantacinque esuberi tra i lavoratori in somministrazione e trenta trasferimenti nell’organico diretto. Forte preoccupazione dei sindacati in merito al piano riorganizzativo di Ast, l’Azienda siciliana trasporti controllata dalla Regione, illustrato oggi nel corso di una seduta della IV Commissione legislativa Ars.

Dove sono gli esuberi

Secondo il piano, dieci esuberi a Palermo, uno a Trapani, trentadue a Catania, ventidue a Messina e venticinque a Siracusa. E’ inoltre prevista la richiesta di nuovo personale per l’unità di Modica, dove sarebbero attivati sei nuovi posti come operatori di esercizio.

L’attacco del M5s

“Il governo, che era chiamato a dare qualche risposta sui tanti interrogativi relativi all’organizzazione dell’Ast, l’azienda dei trasporti da poco trasformata in house, ha disertato l’incontro con i vertici della società e con i sindacati, lasciando sul tappeto i tantissimi problemi irrisolti di quello che dovrebbe essere il nuovo corso”.

Lo afferma la deputata M5S Jose Marano, vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio e Mobilità.

Governo assente

“L’assessore alle Infrastrutture e Mobilità e l’assessore all’Economia – dice la deputata – non si sono presentati in commissione all’Ars in un momento che definire critico per l’azienda è dire poco, mentre enormi problemi restano sul tappeto: su tutti quello del futuro dei lavoratori interinali, oggi senza alcuna certezza, e dell’inadeguatezza del parco mezzi, con autobus vetusti o addirittura in standby perché, per circolare, attendono l’ok da Roma, con conseguenti notevoli disagi per i cittadini. È inammissibile che il governo continui a trattare l’argomento con questa leggerezza. Da tempo chiediamo inascoltati un cambio di passo e certezze che stentano ad arrivare, mentre l’azienda rischia seriamente il collasso”.