L'ex rugbista Andrea Lo Cicero racconta a QdS.it la sua esperienza con l'Isola dei Famosi e i progetti futuri.
“Adesso sto molto ma molto bene. Fortunatamente sono ritornato dalla mia famiglia e questa è la cosa più bella che possa accadere nella mia vita” esordisce così Andrea Lo Cicero quando risponde al telefono per l’intervista e gli chiediamo come sta. Reduce dall’esperienza dell’Isola dei Famosi, sua prima volta in un reality, dove si è classificato terzo, Lo Cicero è tornato in Italia da pochi giorni.
“Sono partito da 97 kg e sono arrivato a 78 kg. Da me si vedeva, ma su altri era più visibile perché le conformazioni fisiche sono diverse. Forse sono stato il naufrago che ha perso più chili, ma tanto li riprenderemo” ha raccontato tra una domanda e l’altra.
L’ex rugbista siciliano, conduttore televisivo e ambasciatore Unicef Italia è un eclettico di nascita, amante del fare del bene e del mettersi alla prova sempre. Lo si capisce quando inizia a raccontarsi con generosità e spontaneità a ogni domanda e condividendo pro e contro dell’esperienza all’Isola dei Famosi, la felicità provata del ritorno a casa, l’amore per la sua Sicilia e la sua prossima e imminente sfida lavorativa.
Di recente Ornella Muti ha dichiarato di aver ricevuto la proposta di partecipare all’Isola dei Famosi, definendo il programma una cosa orribile. Lei perché ha deciso di partecipare?
Ho decido di partecipare perché prima di tutto ci avevano detto che sarebbe stato un programma meno trash possibile e volevano persone che avessero da raccontare storie di vita diverse. Poi, perché c’era la possibilità di potersi mettere a disposizione di un’esperienza del genere talmente forte e talmente coinvolgente che da buon siciliano mi sono detto “ma perché non mettersi in gioco anche in questa avventura?!” L’ho fatto nel mondo con il rugby che non era uno sport popolare e mi sono detto proviamoci. Io non ho mai partecipato a dei reality. Ho sempre avuto dei programmi miei che conducevo, ma un reality stando così tanto tempo fuori casa non lo avevo mai fatto. È stata una bellissima esperienza però.
Ha delle riserve?
Le riserve sono riguardo a due persone che sono state inserite nel programma per provocare e per indirizzare gli animi (fortunatamente pochi) su delle accuse di maschilismo. Vedere un uomo capace di cavarsela da solo forse ha dato un po’ di fastidio a queste persone. In questo contesto hanno un po’ esagerato, ma purtroppo non essendo il Grande Fratello, la registrazione del programma non è h 24 altrimenti si sarebbero accorti tutti delle cattiverie che ho subito. Purtroppo, si punta il dito sempre quando è l’uomo che magari è più deciso.
Si riferisce a Nathaly Caldonazzo di cui ha parlato in una recente diretta Instagram. C’è stato modo per un chiarimento?
Ho provato a parlare con questa persona durante il periodo dell’Isola, ma è sfuggente e non ha voglia di affrontare nessun tipo di argomento. A Milano, prima di partire, a detta di altri concorrenti, ha detto: “Dobbiamo votare Lo Cicero perché mi fa schifo a pelle”. Quando una persona parte con questa idea, capisce bene che non ci sarebbe mai stata l’opportunità di poter creare un rapporto. Non è dipeso da me, ma da lei che ha rifiutato me come altri naufraghi. Su 18 naufraghi, due persone si comportano male e sono mirate. Purtroppo, anche con Alessandro Cecchi Paone, persona di grande cultura e di grande spessore umano, ha tentato di accusarlo dello stesso schifo che soffriva nei miei riguardi. È una persona che è stata inserita soltanto per far emergere delle cose non vere perché chi mi conosce sa benissimo che io sono una persona estremamente leale, non solo per lo sport, ma proprio per il mio modo di vivere. Ho trovato molto becero questo comportamento da parte sua e soprattutto a fare un accostamento riguardo al padre che l’aveva trattata male. Ho risposto a tono nel momento in cui lei con cattiveria ha chiamato in ballo i miei figli di cui uno deve nascere. Quindi, chi è la persona cattiva? Lo Cicero che cerca di fare il paciere oppure lei che deve offendere a tutti i costi e a partito preso un’altra persona come altri naufraghi? Va bene così; io sono felice del percorso che ho fatto. Mi dispiace solamente aver vissuto l’Isola con una persona totalmente tossica perché ha reso l’Isola tossica per noi e per il pubblico.
Eppure, i suoi colleghi l’hanno soprannominata Lucifero. Cosa non hanno capito di lei?
Sono soltanto due i naufraghi che mi hanno soprannominato Lucifero, ossia Nathaly ed Helena perché hanno la stessa problematica che riguarda il loro passato, ma mettere a confronto un passato con un litigio su un’isola dove si è sottoposti a determinate condizioni è eccessivo. Se io vado d’accordo con il 90% del gruppo e loro dicevano che gli stavo facendo il lavaggio del cervello, questo vuol dire che c’è proprio odio, tra l’altro, ingiustificato perché io a lei non l’ho mai vista, mai conosciuta e mai frequentata. Trovo veramente sciocco e infantile un comportamento del genere di una donna di 54 anni.
Con chi si è trovato, invece, fortemente in sintonia e ha pensato ad un’amicizia anche oltre al reality?
Con Pamela (nda. Camassa) subito! E anche con Cristina (nda. Scuccia) abbiamo avuto sempre un grandissimo feeling. Ci siamo confidati tante cose durante questo percorso e abbiamo detto che avremmo voluto fare questa avventura fino alla fine insieme e ci siamo riusciti. Con Marco (nda. Mazzoli) hanno fatto credere che noi eravamo i leader che volevano a tutti i costi vincere. Io non volevo vincere, non mi interessava, ma se ci sono delle prove da atleta, chiaramente affronto le prove. È la mia natura. Anche Vladimir Luxuria che ha avuto quelle uscite infelici. Io ho vinto solo tre prove, ma negli altri casi i miei compagni di avventura mi hanno mai nominato soltanto la prima o la seconda settimana quando c’è stato il battibecco dell’accensione del fuoco.
A proposito del suo passato, lei nasce come rugbista. Di cosa tra ciò che le ha insegnato lo sport ha fatto tesoro durante l’avventura del reality?
Essere una persona leale e soprattutto coinvolgere tutti ossia creare quel momento di crescita attraverso i confronti che poi sfociavano nel bene, non nella cattiveria di alcune persone, come accade in una squadra di rugby e nella società.
In un contesto del genere, il senso della competizione che ruolo ha avuto?
Un ruolo marginale. Ho smesso di fare sport ormai dal 2013. Di certo, se vado a fare un gioco, non mi interessa vincere a tutti i costi. Mi interessa giocare e partecipare alla competizione. Il concetto educativo da dare a un programma del genere è esattamente quello che Mediaset ci ha richiesto ossia non voleva il trash, come è accaduto nel Grande Fratello. Ciò vuol dire che sono state chiamate persone che hanno mediamente delle esperienze e una parte culturale di uno spessore superiore. Su 18 partecipanti ce ne sono molti su cui fare affidamento e pochi su cui non fare affidamento perché non hanno mai contribuito al lavoro di squadra di questa piccola comunità.
Quali sono stati i momenti migliori e peggiori per lei sull’Isola?
Momenti peggiori non ce ne sono stati perché ho sempre vissuto in grande armonia con tutti. L’eccezione che mi ha fatto arrabbiare non mi interessa. I momenti migliori forse sono stati quelli vissuti l’ultima settimana a Sant’Elena perché eravamo noi magnifici cinque in grande armonia.
Non siete ripresi h24, può raccontarci qualche indiscrezione o aneddoto legato a queste settimane da naufrago che il pubblico non conosce?
Ci sono tanti momenti. Ad esempio, nonostante io e Nathaly avessimo litigato come con Helena, io sono andato durante l’uragano a prendere Helena e a portarla al riparo. Lei ha preso i miei vestiti, la mia stola e ha dormito al mio posto. Io sono rimasto sveglio tutta la notte. Questo non è mai stato raccontato, ma un maschilista orco queste cose non le fa, anzi ti lascia marcire in quel contesto. Poi quando Helena ha detto che gli italiani sono dei razzisti e per questo non avrebbe mai potuto vincere una modella. In altri Paesi probabilmente sarebbe stata squalificata; nel nostro paese hanno detto no, ma lei non parla bene l’italiano. Quando si tratta di insultare, però, lo parla bene. Alla fine, è stata un’esperienza molto formativa per tutti noi. I magnifici cinque si sentono ancora e hanno una chat personale. Quello che conta davvero è che non è solo un gioco, ma crea veramente delle dinamiche sociali.
Ha legato molto con Cristina Scuccia. Si è molto discusso del suo orientamento sessuale in Italia. Ha apprezzato il modo in cui se ne è parlato, anche con la voglia di insistere per farle dire cose che non voleva?
Hanno fatto parlare due persone di cui una di queste ha detto a Cristina “Tu sei una suora morta”. Queste sono delle accuse molto gravi su cui non si è prestata molta attenzione. Per il fatto che Cristina sia uscita da una vita che aveva scelto è stata massacrata da queste stesse persone in maniera ignobile e vergognosa. Ognuno è padrone di dire e fare quello che vuole nei momenti e nelle modalità. Si parla di LGBTQIA+ e poi sono i primi ad accusare una persona per un presunto orientamento sessuale, se dice o non dice. Non si è tenuto conto dei problemi che può avere questa ragazza e di quali problemi potrebbe avere se fosse debole. L’ho trovato becero e di bassissimo livello. Anche Vladimir stessa. Mi sono meravigliato di lei che a tutti i costi doveva tirargli fuori un nome di una persona a cui rompere le scatole. Ma lasciatele vivere il suo momento di rinascita. Questa è la cosa più grave, questa aggressione ed etichettatura forzata. Non è stato giusto.
È ritornato alla vita di tutti i giorni e alla sua famiglia con l’attesa di un secondo figlio. Com’è stato?
È stata la cosa più bella del mondo. Noi eravamo ignari di quello che fosse accaduto in Italia e dei commenti. Io fortunatamente sono molto apprezzato perché la strada parla. Questa è la cosa che mi fa più piacere, non i social che sono fake. Vedere quello che ho fatto e vivermi la famiglia non ha prezzo. Ritengo sia la cosa più bella che possa accadere. Sono stati due mesi e mezzo difficili, però quando torni a casa, hai ancora più voglia di creare e costruire quella famiglia che mi auguro rimanga per tutta la vita.
Ha nostalgia dell’Isola?
La mia esperienza sull’Isola è stata totale. Mi sono dato come se avessi accanto un familiare. Mi sono adoperato non per mostrare agli altri quello che sapevo fare come esperienza vita, ma quello che avrei fatto anche in una circostanza meno difficile.
Dicevamo che è nato come rugbista, ma nel tempo ha mostrato la sua ecletticità. È anche conduttore, personaggio televisivo ed è impegnato in prima persona su tematiche sociali. È arrivata qualche proposta dopo l’Isola? Ci sono già dei progetti su cui sta lavorando?
Per adesso mi sto occupando di cucina. Ho avuto la passione per tanti anni e adesso ho frequentato un’accademia di quattro mesi, ho fatto tantissime collaborazioni e presto faremo un programma di cucina su Antenna Sicilia. Stiamo iniziando a registrare. È un giornaliero. Andrà in onda prima del telegiornale del pranzo e della sera. Tutti i giorni, sabato e domenica compresi. Sarà un programma di cucina, ma che tratterà tanti argomenti. In cucina si parla di solito di tutto di quello che accade in famiglia, durante la giornata e con gli amici. La stessa cosa faremo noi: cercheremo di coinvolgere persone che vivono e hanno fatto fruttare non solo le loro aziende, ma anche un territorio. Chiameremo anche persone di cultura, quindi capiremo e cucineremo insieme.
Si occuperà di cucina siciliana?
No! Sarà una cucina che parte dai prodotti siciliani e che ha un’evoluzione in base alle mie esperienze di vita. Come sul Gambero Rosso ho i miei quattro programmi, anche su Antenna Sicilia daremo un taglio nuovo
Lei è siciliano. Qual è il suo rapporto con la sua terra oggi?
Chi mi conosce sa benissimo che amo la mia Sicilia. È la mia vita, il mio sangue. C’è tutta la mia famiglia che vive in Sicilia. Scendo sempre. Le mie vacanze sono sempre in Sicilia e non ho bisogno di andare ai Caraibi o da un’altra parte. La mia Sicilia è i miei Caraibi. Sono devoto di Sant’Agata: metto il sacco e mi faccio la processione dal quattro al sei febbraio mattina (beh oramai tra un poco arriveremo anche al pomeriggio). Sto sul fercolo. Se questa non è devozione per la propria terra, oltre che per una martire.
Fonte foto: Instagram – Andrea Lo Cicero