Andrologi, "Disfunzione erettile tra i sintomi del long Covid" - QdS

Andrologi, “Disfunzione erettile tra i sintomi del long Covid”

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Andrologi, “Disfunzione erettile tra i sintomi del long Covid”

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mercoledì 15 Settembre 2021

È quanto emerge dal congresso nazionale della Società Italiana di Andrologia (Sia), appena concluso a Riva del Garda. Non è ben chiaro se dipenda dallo stress o dal virus. Studi in corso.

Dai farmaci per la terapia della disfunzione erettile potrebbe arrivare un’arma in più contro la sindrome post-Covid-19, un problema ormai sempre più diffuso.

È quanto emerge dal congresso nazionale della Società Italiana di Andrologia (Sia), appena concluso a Riva del Garda.

Cosa è il long covid

Il long-Covid, che si definisce come la persistenza di sintomi dopo 12 settimane dalla negativizzazione, riguarda oltre il 10% dei pazienti che sono stati contagiati e può interessare diversi organi, con la stanchezza come segno più diffuso, perdita di gusto e olfatto e spesso problemi di memoria e concentrazione, definiti come ‘nebbia mentale’. Anche la disfunzione erettile può tuttavia comparire proprio come sintomo del long-Covid.

Stress o conseguenza del virus?

“Non sappiamo se la sindrome post-Covid dipenda direttamente dal virus o sia provocata dallo stress e dal trauma connessi all’infezione, tuttavia sappiamo che il virus ha fra i suoi bersagli l’endotelio dei vasi sanguigni e per questo abbiamo deciso di valutare se i farmaci per la disfunzione erettile, che agiscono proprio a questo livello, possano avere un ruolo nella gestione del long Covid”, osserva Alessandro Palmieri, presidente Sia e professore di Urologia all’università Federico II di Napoli.

“Alla luce delle prime esperienze cliniche positive, stiamo valutando di avviare uno studio in cui arruolare uomini con una relazione stabile in cui la disfunzione erettile è comparsa contemporaneamente alla diagnosi di sindrome post-Covid”, dichiara Nicola Mondaini, professore Associato di Urologia presso Università Magna Graecia di Catanzaro.

Per Mondaini, “accanto a una valutazione psicosessuologica, i pazienti saranno sottoposti a terapia con tadalafil o placebo per 12 settimane, al termine delle quali analizzeremo l’effetto sui sintomi della sindrome oltre che sulla disfunzione erettile.

La speranza è che però il miglioramento dell’attività endoteliale promosso da questi farmaci possa non solo risolvere la disfunzione erettile in quanti la manifestano come conseguenza del Covid, ma anche alleviare gli altri disturbi connessi alla sindrome”.

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