Milano, 1 dic. (askanews) – L’Italia si conferma saldamente il primo Paese produttore ed esportatore di derivati del pomodoro destinati direttamente al consumatore finale. Nel 2024 i mercati esteri hanno fatto registrare segnali positivi sia in volume (+6,5%) che in valore (+3,8%). Nel primo semestre del 2025, di contro, rispetto allo stesso periodo di un anno prima, c’è stata una riduzione dell’export in volume (-3,6%) e in valore (-10,7%), legata quasi certamente all’incertezza causata dai dazi Usa. Fino al 2024 il comparto subiva una tassazione per l’esportazione in Usa tra il 6 e il 12% a seconda dei formati e delle referenze, ora si è passati al 15% per tutti i prodotti. Sono questi i dati diffusi da Anicav, l’Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali, in occasione dell’assemblea pubblica, tenutasi a Napoli.
L’Europa, con la Germania in testa, si conferma, ancora una volta, il principale mercato di sbocco dei nostri derivati. Quote significative sono rappresentate dal Regno Unito, dagli Stati Uniti, dal Giappone e dall’Australia.
Analizzando i dati di consumo interni, nel canale retail, nel primo semestre 2025 si registra una sostanziale stagnazione dei consumi rispetto allo scorso anno, con una lieve contrazione delle quote di mercato sia in termini di volume (-0,4%) che di valore (-0,5%). La flessione maggiore ha riguardato la polpa e il pelato intero. La passata continua ad essere il prodotto piu venduto, rappresentando il 63,4% del mercato dei derivati. A seguire troviamo la polpa (20,4%), i pomodori pelati (10,9%), i pomodorini (3,8%) e il concentrato (1,7%). Stabile il canale del “fuori casa” che rappresenta la maggior parte (il 67%) del volume totale di derivati del pomodoro consumati in Italia (circa 2,1 milioni di tonnellate).

