Anna Garuccio: “Vi presento la mia Trapani” - QdS

Anna Garuccio: “Vi presento la mia Trapani”

Anna Garuccio: “Vi presento la mia Trapani”

giovedì 09 Marzo 2023

Amministrative di maggio, la consigliera comunale punta a Palazzo d’Alì e ad un’alleanza con la città per battere il sindaco Tranchida: “Basta con la politica dei pretestuosi compromessi”

TRAPANI – “La prepotenza non ha alcun diritto di prevaricazione rispetto al necessario confronto democratico che mai può venir meno in vista del bene della città e dei suoi cittadini”. Diretta, senza fronzoli. Anna Garuccio è così, prendere o lasciare. La scelta sarà, a fine maggio, nelle mani dei trapanesi. Lei ha deciso di candidarsi a sindaco di Trapani e sa che sarà una sfida senza esclusione di colpi. L’avversario da battere è il sindaco Giacomo Tranchida. Ci sarà pure il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Maurizio Miceli, che sta provando a fare sintesi nel centrodestra. La consigliera Garuccio avrebbe potuto far parte del progetto Miceli. è stata invitata a dare il suo contributo, ma ha preferito seguire un altro percorso. Quello del centrodestra, che centrodestra ancora non è, porta con sé troppe contraddizioni. Meglio accelerare, perché il primo cittadino corre e punta a presentarsi con 10 liste civiche. Conosce bene il sistema elettorale e sa che l’effetto trascinamento dei candidati al consiglio può essere decisivo per superare il 40% e vincere al primo turno. Garuccio, tuttavia, si tiene lontano dalle alchimie elettorali. Il suo slogan-manifesto è un appuntamento con gli elettori: “Io guardo la mia Trapani con occhi diversi”. La città, dunque, prima di tutto e su tutto.

Ma quale città?
“Il mio desiderio maggiore consiste nel riportare Trapani allo splendore di un tempo, anche recente. Il momento non è dei più felici ma sono convinta che, per ciò che ci riguarda, se lavoriamo insieme, spinti dall’amore per questa terra di cui facciamo parte, che per bellezze naturali, specificità, monumenti, reperti archeologici, non è di certo seconda a nessuno, saremo in grado di compiere fondamentali trasformazioni pur nel rispetto delle grandi tematiche attuali che investono tutto il nostro Paese e l’Europa intera”.

Il governo di un territorio passa da un progetto amministrativo, da una strategia.
“La mia Trapani punta specificatamente alla salvaguardia dell’ambiente, al risparmio energetico, allo sviluppo delle possibilità lavorative specie per le donne e per i giovani, senza tralasciare la valorizzazione delle potenzialità del porto che deve essere incrementato dal punto di vista commerciale ed industriale, oltre che al turismo. Trapani ha tutto il diritto di tornare ad essere polo di riferimento commerciale nel Mediterraneo, con una apertura verso i mercati orientali e luogo privilegiato per i beni culturali che sa esprimere”.

Un pezzo forte della città, il suo porto. Cambierà volto con il nuovo waterfront ma rimane ancora da definire una parte della sua storia, che rimanda alla cantieristica navale.
“L’amministrazione sostiene di essere stata partecipe nella stesura del nuovo waterfront. Tuttavia, come sostengo sin dall’inizio, il progetto, bellissimo, ingloba tutta l’area portuale estendendosi fino all’isolotto della Colombaia, escludendo solo una parte e quest’ultima corrisponde al Cantiere Navale, vera anima pulsante di un porto e di una città posta sul mare e che al porto deve le sue origini ed il motore della sua economia. Sono entrata al Cantiere Navale, dubito che altri lo abbiano fatto. Ho trovato in loco la presenza di enormi quantità di rifiuti che negli anni hanno anche impedito alcune lavorazioni. Ad oggi non esiste alcuna progettualità e nessun sviluppo in tal senso. Ritengo invece che la cantieristica navale debba tornare ad essere il motore di sviluppo della nostra città-porto insieme a tutto l’indotto che inevitabilmente ne farebbe parte”.

Più che la “sua” Trapani, l’obiettivo sembra essere quello di un’altra Trapani.
“Basta con la politica dei pretestuosi compromessi che, guarda caso, è sempre stata a favore di terzi a danno di Trapani. Il nostro impegno è quello di restituire alla politica la nobiltà di un tempo, e al consiglio comunale il ruolo cardine a cui ha diritto, e non quello marginale in cui è stato relegato negli ultimi anni”.

Una candidatura competitiva ha bisogno di essere sostenuta da un’alleanza. Lei a chi si rivolge?
“Ai partiti politici, moderati e riformisti, ai movimenti civici, alle organizzazioni professionali, ai piccoli e grandi imprenditori, ai consiglieri degli ordini, ai tecnici, alle associazioni di volontariato e soprattutto ai giovani e alle donne di questa città affinché insieme possiamo raggiungere l’obiettivo comune. Ho interrogato la mia coscienza. Ho lottato ed ho deciso di accogliere positivamente l’invito dei numerosi trapanesi che durante i trascorsi cinque anni, soprattutto nel corso degli ultimi mesi, mi hanno esortata a guidare la città”.

Il centrodestra non ha però perso la speranza di coinvolgerla in una coalizione più ampia. Ci sono margini di mediazione?
“Non torno indietro riguardo alla mia candidatura a sindaco”.

Anche lei si farà prendere dalla corsa alle liste?
“Il trascinamento avrà la sua funzione, come è normale che sia. Tuttavia le campagne elettorali, almeno quelle più belle,  hanno insegnato che il portatore di vero entusiasmo è sempre il candidato sindaco più apprezzato. A chi oggi, come la fazione dell’Amministrazione uscente, pensa di candidare il maggior numero possibile di cittadini per superare lo sbarramento, mi sentirei di dire che questo denota la consapevolezza di aver lavorato male. Dall’altra parte chi pensa di sfruttare l’onda di malcontento senza la presentazione di una figura conosciuta e stimata, a mio modesto parere, è destinato a fallire. Non ci sono più i tempi per costruire un’immagine intorno al candidato. Il candidato vincente, o potenziale tale, deve essere egli o ella stesso o stessa il soggetto trascinante”.

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