Anna Segre, una poetessa prestata alla medicina. “Scrivo d’amore perchè è scintilla che motiva” - QdS

Anna Segre, una poetessa prestata alla medicina. “Scrivo d’amore perchè è scintilla che motiva”

Paola Giordano

Anna Segre, una poetessa prestata alla medicina. “Scrivo d’amore perchè è scintilla che motiva”

giovedì 01 Giugno 2023

Intervista esclusiva alla vincitrice del prestigioso premio Camaiore, che è tornata in libreria con “A corpo vivo”

Dopo “La distruzione dell’amore” – raccolta di poesie grazie alla quale, lo scorso anno, ha vinto il prestigioso Premio Camaiore – Anna Segre torna in libreria con “A corpo vivo”. Un intenso discorso amoroso, raccontato in 84 poesie e presentato lo scorso 24 maggio anche nella nostra Isola, a Palermo, presso Spazio cultura libreria Macaione.

Un medico prestata alla poesia o una poetessa prestata alla medicina?
“Tutte e due, nel senso che sicuramente mi sento una poetessa prestata alla medicina: faccio il medico per poter vivere anche se mi sento internamente una poetessa. Il medico è il lavoro più vicino alla mia anima, alla possibilità di svegliarmi tutte le mattine e fare un lavoro per dieci ore che sia somigliante a me, infatti faccio la psicoterapeuta, che è un lavoro di interazione. È tutto molto mescolato ma nasco poetessa”.

Quando nasce la passione per la poesia?
“Da piccola. Sono stata fortunata perché sono figlia di persone colte. Mia zia, classe 1900, era laureata in lettere. Avevamo la casa piena di libri e poesie, tra cui ricordo Prevert, Hölderlin, Cardarelli. Io ho coltivato la lettura di questi ed altri poeti per conto mio, trovando nella poesia, immediatamente, un rispecchiamento di me molto più che nella letteratura seppure anche lì mi ci trovavo ma nella poesia di più”.

A corpo vivo è il titolo della sua ultima fatica letteraria. Qual è, se c’è, il file rouge che lega gli 84 componimenti di questa raccolta?
“A corpo vivo è un’unica frase in cui l’interpunzione è l’interruzione fra una poesia e l’altra, per prendere respiro. Non c’è un file rouge, c’è piuttosto una trama: è un’unica espressione di desiderio nei confronti di una persona, appunto, desiderata che non sono certa mi voglia”.

La parola centrale del titolo è “corpo”. Che rapporto ha lei con il suo?
“L’ambivalenza personificata! Essendo donna sono l’ambivalenza personificata sul mio corpo: anoressica ma anche bulimica, non vorrei che fosse importante ma lo è tantissimo. Il corpo è il medium tramite il quale anche in questo momento sto parlando con lei: senza corpo non esisterei. In più il corpo è metafora. Io in questo momento ho una postura, un’espressione del volto, anche la voce che parla di me. Tutto di me parla di me e dice qualcosa di me. Un mio collega posturologo, primario di riabilitazione, mi diceva che la postura è indissimulabile: come ci si pone, come ci si mette rispetto all’altro è qualcosa che non si può quasi controllare. Nell’atteggiamento del corpo di una persona si vede tutto: se è stata picchiata o umiliata o se è stata incensata. Il corpo rivela, potrebbe rivelare o anche nascondere naturalmente”.

Il corpo in qualche modo parla quindi.
“Ha un suo linguaggio. Mio padre mi faceva parlare con le mani sotto alle cosce perché diceva ‘Se tu gesticoli, ti aiuti. Devi trovare le parole’. Non è vero: studiando ho scoperto che il linguaggio non verbale è più dell’85 per cento della nostra comunicazione. Il timbro della mia voce, l’atteggiamento nei confronti dell’interlocutore, l’ascolto di ciò che l’altro sta dicendo: tutto questo è non verbale. Scoprire questa cosa mi ha sconvolta perché ero convinta che bastava dire le cose e invece non è così perché anche uno sguardo è comunicare”.

L’amore è al centro, sempre e in ogni forma, della sua produzione poetica. Quello che racconta attraverso le sue poesie è l’amore inteso come qualcosa di non raggiungibile, ma verso cui costantemente si tende: si è mai chiesta perché parlare di amore, e vivere l’amore, sapendo di non poterlo mai raggiungere?
“Quello che sta dicendo ha nella sua definizione perfetta il desiderio, cioè l’essere lontano dalle stelle (dal latino de sidera) e pertanto tendere verso di esse. Il tuo desiderio potrebbe avere qualunque contenuto: potresti essere lontano da un qualcosa che vuoi raggiungere e ulteriormente, passo dopo passo, cercare in quella direzione di arrivare a quello che tu vorresti. Questa energia che spinge verso qualcosa, nel mio specifico verso una persona, e che chiamiamo amore, è la linfa vitale, la scintilla che ci dà motivazione per cui, anche all’interno di una relazione che inizia, è l’ulteriorità di tutto quello che va continuamente rilanciato per mantenere vivo questo slancio verso qualcosa che ancora non si è raggiunto”.

È dunque limitativo definire l’amore come una relazione tra due persone?
“Non solo non è solo quello, ma in più, all’interno di quella relazione, è anche il rilancio continuo che mantiene quell’intensità: se non rilanci, quella cosa va spegnendosi. Rilanciare vuol dire ‘c’è qualcos’altro che vogliamo fare, c’è qualcos’altro che vogliamo sapere, che vogliamo esplorare’: il desiderio è ulteriorità, di nuovo e ancora e ancora”.

Un’ultima domanda. Se avesse a disposizione solo tre parole, quali sceglierebbe per descrivere cos’è per lei la poesia?
“Questa è tosta! La poesia è per me è distillato, tuono, visione”.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017