Antibiotici, in Sicilia se ne consumano troppi - QdS

Antibiotici, in Sicilia se ne consumano troppi

Serena Giovanna Grasso

Antibiotici, in Sicilia se ne consumano troppi

domenica 14 Febbraio 2021

Aifa: nell’Isola somministrate 20,3 dosi ogni mille abitanti al giorno, rispetto alle 17,5 mediamente rilevate in Italia. Se la nostra regione spendesse in termini pro capite l’equivalente media Italia si risparmierebbero 6,5 milioni

PALERMO – Anno dopo anno la Sicilia si conferma come una delle regioni che si “abbuffano” di farmaci. Secondo i dati contenuti all’interno del rapporto nazionale “L’uso degli antibiotici in Italia” dell’Agenzia italiana del farmaco, nel 2019 l’Isola ha registrato il sesto valore maggiormente sostenuto di dosi ogni mille abitanti somministrate al giorno all’interno delle strutture sanitarie pubbliche e in regime convenzionato: in particolare, si tratta di un valore pari a 20,3, di gran lunga superiore rispetto alle 17,5 dosi ogni mille abitanti per giorno somministrate mediamente a livello nazionale.

A fare peggio di noi troviamo esclusivamente regioni meridionali, fatta eccezione per l’Umbria (20,5): maglia nera per la Campania (23), a seguire scorgiamo l’Abruzzo (22), Puglia (21,5) e Calabria (21,4). La Provincia autonoma di Bolzano risulta essere il territorio italiano con il minor consumo di dosi giornaliero calcolato ogni mille abitanti (10,6); tra le regioni virtuose troviamo anche la Liguria (13,3), Friuli Venezia Giulia (14), Veneto (14,1) e Lombardia (14,5).

Naturalmente, a maggior consumo di prodotto corrisponde un maggior dispendio di risorse economiche: così, la Sicilia si configura anche come una delle regioni più spendacciona a livello nazionale. Infatti, a fronte di una spesa pro capite a livello nazionale mediamente pari a 13,90 euro, la Sicilia spende ben 1,50 euro in più per cranio (precisamente 15,40 euro). Basti pensare che se la Sicilia spendesse per abitante lo stesso ammontare mediamente speso a livello nazionale, sarebbe possibile risparmiare ben 6,5 milioni di euro. In questo caso, con il decimo posto ci collochiamo esattamente a metà classifica nazionale.

Anche stavolta la Campania detiene il primato negativo (20,30 euro pro capite), seguita a breve distanza da Calabria (18,70 euro), Abruzzo (18,5 euro), Puglia (17,9 euro) e Abruzzo (17,8 euro); male anche per Umbria (18 euro) e Lazio (16,90 euro). D’altra parte, le spese più contenute si registrano nella Provincia autonoma di Bolzano (7,70 euro), nel Friuli Venezia Giulia (10 euro), Valle d’Aosta e Lombardia (entrambe le regioni con 10,40 euro).

Oltre al dispendio spropositato in termini economici, a preoccupare in misura sempre maggiore è il ricorso improprio agli antibiotici: infatti, l’Agenzia nazionale del farmaco stima che a livello nazionale una somministrazione farmacologica di antibiotico su quattro è stata inappropriata (25%). Quel che non tutti sanno è che gli antibiotici devono essere esclusivamente usati per la sua di infezioni batteriche: quindi, va da sé che è sbagliato assumere antibiotici in caso di influenza, raffreddore comune, laringotracheite, faringite e tonsillite.

Gli usi inappropriati degli antibiotici per le infezioni delle vie respiratorie sono stati registrati in maggioranza nel Mezzogiorno. Le attitudini prescrittive dei medici e le differenze socio-demografiche e culturali dei diversi contesti geografici incidono in maniera significativa sui consumi, rivelando margini di miglioramento nell’uso appropriato di questi farmaci. Questo comportamento scorretto concorre ad aggravare il problema della resistenza batterica agli antibiotici, rendendo sempre meno efficaci farmaci che in molte situazioni rappresentano dei veri e propri salvavita.

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