Anziani, lo studio americano: "Balli di gruppo stimolano cervello e aiutano a prevenire demenza senile"

Anziani, lo studio americano: “Balli di gruppo stimolano cervello e aiutano a prevenire demenza senile”

Anziani, lo studio americano: “Balli di gruppo stimolano cervello e aiutano a prevenire demenza senile”

Redazione  |
domenica 15 Gennaio 2023

Uno studio americano avrebbe dimostrato che i balli di gruppo siano utili agli anziani per rafforzare le loro funzioni cerebrali e difendersi da Alzheimer o demenza senile.

I balli di gruppo migliorerebbero le funzioni cognitive e ridurrebbero l’atrofia cerebrale negli anziani a più alto rischio di sviluppare Alzheimer o demenza senile. E’ questo il risultato a cui è giunto lo studio americano pubblicato sul “Journal of Aging and Physical Activity”.

25 over 65 sono stati coinvolti nella ricerca, venendo impegnati per 6 mesi in lezioni di ballo “liscio” per 2 volte a settimana, o per 6 mesi in lezioni di camminata sui tapis roulant sempre 2 giorni su 7.

L’obiettivo dello studio era quello di capire come ogni “allenamento” fisico influenzasse la funzione cognitiva e la salute del cervello di coloro i quali si sottoponevano all’esperimento.

Danza migliore della camminata sui tapis roulant contro demenza

Dall’esperimento, sarebbe emerso che gli anziani del gruppo di ballo liscio e quelli del gruppo camminata su tapis roulant abbiano migliorato il funzionamento esecutivo, vale a dire la loro capacità di pianificazione, ragionamento ed elaborazione che richiedono attenzione.

La danza, tuttavia, ha generato miglioramenti significativamente maggiori rispetto al tapis roulant per quanto concerne il valore della funzione esecutiva e sulla velocità di elaborazione, che è il tempo necessario per rispondere o elaborare le informazioni.

I balli di gruppo, inoltre, ridurrebbero l’atrofia cerebrale nell’ippocampo, una regione cerebrale che è la chiave del funzionamento della memoria ed è particolarmente influenzata morbo di Alzheimer.

Secondo i ricercatori, dunque, la danza rafforzerebbe le regioni cerebrali fondamentali per interagire e adattarsi, nonchè quelle necessarie per apprendere o ricordare.

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