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Apertura alla città e sviluppo, così rinasce il Porto di Catania

CATANIA – Area crociere, una nuova stazione marittima, il waterfront totalmente nuovo e a disposizione dai cittadini, con spazi destinati alla fruizione e una lunga passeggiata sul mare, una darsena per 700 barche e yacht. A tutto questo si affrancano anche strutture per le attività commerciali, i pescherecci, la cantieristica, le infrastrutture per la viabilità e nuovi approdi. È stato presentato la settimana scorsa dal presidente dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia orientale Francesco Di Sarcina, il nuovo Piano regolatore del porto di Catania, programmazione che la città etnea attende da ben 46 anni e che promette di trasformare l’infrastruttura, rispondendo ad alcune istanze del territorio e non solo.

Efficienza, sicurezza, ambiente e condivisione sono solo alcuni degli aspetti su cui la governance ha puntato. “Le principali scelte del Prp, che sarà ultimato nei prossimi mesi, sono nate da una pressante necessità di razionalizzare l’uso degli spazi portuali – spiega il presidente dell’Adsp Francesco Di Sarcina – attribuendo a ognuno una precisa funzione che consentisse sia una maggiore apertura alla città, che deve poter vivere la bellezza del suo porto in sicurezza, sia una crescita affiancata alla coesistenza sostenibile tra le attività presenti. A ciò si è aggiunta l’esigenza di dare continuità a tutti gli operatori esistenti, non alterando lo status quo imprenditoriale e occupazionale, anzi implementandolo in un’ottica di sviluppo comune e strategico. Attenzione massima alle tematiche del rispetto dell’ambiente e della sicurezza della navigazione”.

Le previsioni

Uno strumento fondamentale, il Piano regolatore portuale, redatto non solo in seguito scrupolosa analisi della previsione dei traffici, ma anche a uno studio di compatibilità, che ha consentito di immaginare quello che sarà il porto di Catania nell’arco temporale della realizzazione della Piano, ovvero 15 anni. Due le scadenze intermedie: il 2030 e il 2040. Per quanto riguarda, ad esempio, il comparto crocieristico, la stima prevede un incremento tra 264.000 e 393.000 unità ogni anno al 2030, che al 2040 sarebbe in grado di sostenere fra 485.000 e 848.000 utenti. Per quel che riguarda il traffico Ro-Ro e semirimorchi, le previsioni sono tra 8.323.000 e 10.112.000 al 2030 e tra 12.158.000 e 16.654.00 nel 2040. Numeri importanti che hanno spinto la governance del porto a immaginare nuovi spazi, a cui si aggiungono quelli da destinare al rapporto con la città.

Le scelte alla base del Piano regolatore

Accanto a questo, sono stati realizzati altri studi come, ad esempio, quello con simulatore virtuale di manovra navale “che ha consentito – riporta l’Autorità di sistema portuale nella nota con i dettagli dell’opera – di verificare la correttezza delle opere di difesa progettata, effettuando delle simulazioni in ingresso, manovra e ormeggio all’interno dell’invaso portuale”.

A supportare il piano regolatore portuale, anche alcuni studi ambientali alla base di alcune importanti scelte progettuali, “basti pensare – si legge ancora – alla realizzazione del nuovo porto turistico, in ampliamento a nord-est, dell’intervento di riqualificazione della foce del torrente Acquicella, all’utilizzo delle fonti rinnovabili, alla predisposizione di aree permeabili, eccetera. Queste scelte progettuali si basano sui principali temi di riduzione dell’uso del suolo, di rigenerazione urbanistica, di efficientamento energetico e sono alla base della pianificazione dei progetti architettonici presenti e futuri”.

Un porto nuovo, da nord a sud

Il Piano regolatore del porto prevede interventi per tutta l’area portuale, a terra e a mare: la parte settentrionale sarà destinata a diporto e all’apertura alla città con nuovi approdi e una lunga passeggiata a mare dall’area corrispondente alla Stazione centrale fino al molo Crispi. Al centro, gli interventi riguarderanno la realizzazione di tre specchi d’acqua per il diporto e, all’esterno, ampi spazi per le crociere, oltre alla nuova stazione marittima.

Infine, nella parte più meridionale – che sarà riservata al Ro-Ro, sono previsti numerosi interventi: una darsena, la sistemazione della foce del torrente Acquicella e, dal punto di vista viario, un’opera che promette di rivoluzionare il traffico nella zona del Faro Biscari. “Il Piano regolatore portuale è un’occasione – sottolinea Di Sarcina -. È un foglio di carta e quindi bisogna realizzarlo, ma è chiaro che lo è”.

Dalle nuove darsene al grande sottopasso: come cambierà il volto portuale della città

Ma vediamo nel dettaglio come si svilupperà la nuova infrastruttura portuale, secondo quanto previsto nel Piano regolatore portuale, immaginando di procedere da nord verso sud.

La parte settentrionale

Qui nascerà il nuovo Waterfront, “con una suggestiva Promenade – si legge nella descrizione – si svilupperà dal nuovo porticciolo per yacht, nelle immediate vicinanze della Stazione ferroviaria, fino al porto Nuovo e al molo Crispi: 17 ettari circa, oltre ai 3 ettari dell’area cantieristica posta a nord est. Diventerà un nuovo quartiere cittadino, per fruire del centro storico e di piazza Duomo, con manufatti architettonici scenografici e innovativi. Qui sarà realizzata un’apposita “Darsena yacht”, che ospiterà oltre 700 imbarcazioni da diporto di piccole, medie e grandi dimensioni, con una viabilità dedicata e un accesso diretto al mare aperto”. Un’area di cui farà parte anche il “Molo di Levante” che sarà allungato, per proteggere le nuove aree portuali, e riconsegnato riqualificato alla città. Anche i pescherecci (al momento localizzati negli accosti del porto Vecchio, porto Nuovo e porto Peschereccio) avranno una nuova area ad hoc con servizi necessari e nuovi manufatti per il ricovero temporaneo di attrezzature e reti da pesca.

La parte centrale

Nello sporgente centrale sarà ampliata l’area a disposizione delle crociere che sarà scollegata dall’area dedicata al diporto per aumentare la sicurezza. L’area crociere diventerà di 84.000 metri quadrati con quattro accosti in grado di accogliere navi da oltre 340 metri e sullo sporgente centrale la nuova stazione marittima di 5.000 metri quadri che potrà accogliere un milione di passeggeri l’anno.

Lo scalo sud

Procedendo verso sud, il porto mantiene la sua vocazione commerciale che comporta l’impossibilità di eliminare la ringhiera che separa la struttura dalla città. È però prevista una striscia larga 10 metri per la viabilità cittadina, in parallelo a via Domenico Tempio, dal varco asse servizi fino a Piazza Borsellino. “Sarà messa a disposizione per interventi a supporto della viabilità e rigenerazione urbana da pianificare col Comune di Catania”.

Continuando verso sud, il nuovo Piano regolatore del porto prevede una nuova darsena “a mare”, da realizzare nel rispetto del torrente Acquicella “per la rinaturalizzazione della foce e il miglioramento del deflusso del torrente nella fase di sfocio a mare”, e un sottopasso tra l’ingresso portuale dal varco asse e l’asse dei servizi, per risolvere il problema della congestione della rotatoria del parco del Faro: “Si prevede un’infrastruttura con l’interramento, a circa 100 metri dal nuovo varco portuale, della strada che passa al di sotto del Parco per riemergere in corrispondenza dell’ingresso sull’asse dei servizi, diramazione stradale che conduce direttamente in autostrada”.