Manifestazione degli edili a Palermo, nell’ambito della mobilitazione nazionale per chiedere la modifica del Codice
“L’allarme di Fillea Cgil e Feneal Uil per il nuovo Codice degli appalti è concreto e fondato, così come le preoccupazioni del presidente dell’Anac. Non tenerne conto è da irresponsabili, attaccare chi si oppone come fa Salvini è solo vuota tracotanza e un volere dare al Paese un segnale negativo con un provvedimento che produrrà arretramenti sul fronte della legalità, dei diritti dei lavoratori, della qualità delle opere”. Lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, che partecipa oggi alla manifestazione degli edili di Cgil e Uil a Palermo, nell’ambito della mobilitazione nazionale di Fillea e FeneaUil per chiedere la modifica del Codice degli appalti che entra in vigore da luglio e della normativa sul superbonus, che non favorisce le fasce della popolazione meno abbienti.
Per Giovanni Pistorio, segretario generale della Fillea Cgil Sicilia, “si rischia di consegnare all’illegalità e alle mafie l’intera filiera delle costruzioni a partire dalle forniture e dai servizi. Di condannare molte aree del Paese a vedere fiorire corruzione e malaffare. Ne pagherebbero le conseguenze i lavoratori, la prima a saltare sarebbe la sicurezza, già precaria nel settore e nella nostra regione, ne pagherebbero le conseguenze tutti i cittadini”.
“Lo snellimento delle procedure è un obiettivo importante – aggiungono Mannino e Pistorio -, ma solo la trasparenza del percorso può garantire opere di qualità, dignità del lavoro, legalità, obiettivi fondamentali per la crescita civile, sociale, per lo sviluppo del Paese. Noi riteniamo che il contesto in cui i fatti avvengono vada tenuto in considerazione e che certe pratiche perniciose ma piuttosto radicate come la corruzione, il favoritismo, il voto di scambio, le infiltrazioni mafiose vadano scongiurate, se no non si va da nessuna parte”.
Dal segretario della Cgil Sicilia Mannino una considerazione anche sulle dichiarazioni recenti del ministro delle Infrastrutture. “Dire che la velocità può sfavorire l’incontro tra corrotto e corruttore è esilarante, quasi da gag – conclude -. Affidare il 98% delle opere senza passare dalle gare è un atto irresponsabile che farà fiorire le malversazioni lungo tutta la filiera, lederà diritti fondamentali a partire da quello alla sicurezza, farà tornare il nostro Paese indietro”.