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Appalti, le ombre sulle piattaforme informatiche: a Palermo l’offerta modificata un anno dopo la presentazione

Appalti, le ombre sulle piattaforme informatiche: a Palermo l’offerta modificata un anno dopo la presentazione
Ospedale Civico di Palermo – Pronto Soccorso – Imagoeconomica

La tesi del patto corruttivo è stata avvalorata dallo stesso imprenditore, che durante l’interrogatorio preventivo ha ammesso

Non l’ennesima speculazione in un settore delicato come quello che tira in ballo la salute dei cittadini, non gli incontri tra pubblici funzionari e imprenditori fuori dalle sedi istituzionali e neanche la mercificazione del proprio ruolo in cambio di qualche mazzetta.

L’inchiesta

Nell’inchiesta che ieri ha messo per l’ennesima volta in imbarazzo la sanità siciliana, l’aspetto più interessante è un altro e potrebbe indurre le procure dell’isola a spostare l’attenzione su un tema di cui finora si è parlato troppo poco: quanto sono solide le piattaforme informatiche su cui, in Sicilia come nel resto d’Italia, si svolge la quasi totalità delle gare d’appalto?

La domanda, che fino a ieri circolava perlopiù tra gli addetti ai lavori, specialmente tra chi si è abituato ad assistere al fenomeno – tanto strano, poco dimostrabile – di una certa ricorrenza nelle aggiudicazioni, sbarca ufficialmente all’interno dei palazzi della giustizia.

A Palermo, i magistrati hanno contestato a un funzionario del Provveditorato dell’Arnas Civico – una delle aziende sanitarie del capoluogo – di avere presumibilmente agevolato un’impresa, fornendole dritte per modificare in corso d’opera l’offerta caricata oltre un anno prima sul portale on line.

Le tangenti per i dispositivi medici

L’indagine, che coinvolge gli imprenditori Giovanni e Carmen Sorrentino, il funzionario Giuseppe Salamone e i dirigenti medici Francesco Talarico e Giuseppe Migliore, ruota attorno ai presunti favori che i vertici della So.Gi Medical srl si sarebbero garantiti tramite la corruzione. Nell’ordinanza, firmata dal gip Paolo Magro, si fa luce su alcuni bandi che hanno visto la società di Sorrentino aggiudicarsi forniture di dispositivi medici.

La tesi del patto corruttivo sarebbe stata avvalorata dallo stesso imprenditore, che durante l’interrogatorio preventivo avrebbe ammesso “integralmente gli addebiti descritti nei capi d’incolpazione provvisoria”.

A confermare di avere ricevuto denaro sarebbero stati anche il funzionario Giuseppe Salamone e i medici Francesco Talarico e Giuseppe Migliore. Tutti, però, hanno escluso che i soldi fossero la contropartita necessaria a pilotare gare o a preferire l’uso dei prodotti forniti dalla So.Gi Medical. C’è chi ha parlato di forme di riconoscenza per vicende passate, che nulla avrebbero di penalmente rilevante, e chi ha parlato di prestiti.

Per gli inquirenti, che avevano chiesto anche l’arresto degli indagati, invece non ci sono dubbi: si tratta dell’ennesima storia di (presunta, fino a sentenza definitiva) corruzione dentro alla sanità regionale.

La consulenza di Salamone

I militari della guardia finanza hanno monitorato diversi incontri. Più di uno si sarebbe svolto a casa di Salamone, dove Sorrentino pare si recasse cercando di non destare sospetto e non prima di essere passato dal bancomat. Per i magistrati l’imprenditore avrebbe dato al funzionario dell’Arnas non meno di 4300 euro.

Da parte propria, Salamone si sarebbe mostrato disponibile in più modi. Tra questi ci sarebbe stata quella che gli inquirenti hanno definito una consulenza. “Grazie alla quale – si legge nell’ordinanza in riferimento ai Sorrentino – ricevevano istruzioni su come formulare un’offerta e su come modificarla, o come modificare quanto allegato alla stessa, anche alterando la data di presentazione rilevata dal sistema per aggirare la tardività delle modifiche, in modo tale che risultasse vincente”.

Il sistema

Il sistema a cui si fa riferimento è la piattaforma informatica su cui le gare d’appalto dell’Arnas – ma applicativi simili vengono usati in quasi tutti gli enti pubblici, dalla Regione ai Comuni, passando dalle società partecipate – vengono gestite. Ufficialmente il sistema dovrebbe garantire la sicurezza dei contenuti delle buste elettroniche, assicurando che le offerte, una volta scaduti i termini per partecipare, vengano rivelate soltanto a momento debito. Così però non sarebbe stato.

I fatti risalgono a dicembre del 2022, un anno dopo dalla chiusura dei tempi utili per partecipare alla gara per la fornitura di materiale per elettrofisiologia. Tra le imprese che avevano presentato le buste c’era stata anche quella di Sorrentino.

Il 14 dicembre è prevista una delle ultime sedute di gara. Nei mesi precedenti la commissione aveva verificato la documentazione amministrativa e valutato le offerte tecniche. A mancare all’appello, in quel momento, sarebbero soltanto le offerte economiche, contenenti i ribassi.

La commissione è guidata da Giuseppe Salamone. “Alle 10.15 – riporta il verbale di gara – il presidente procede alla lettura della valutazione delle offerte tecniche e successivamente procede alla rottura dei sigilli delle offerte economiche delle ditte ritenute idonee, dando lettura dell’offerta economica”.

I lotti in cui è diviso l’appalto sono oltre ottanta, dei quali una decina se li aggiudica la So.Gi Medical.

L’incontro alla vigilia

Il risultato per i magistrati sarebbe stato condizionato da ciò che era accaduto il giorno precedente. Il 13 dicembre, le microspie intercettano una serie di contatti sospetti: alle 10.32 è un collaboratore della So.Gi. Medical a telefonare a Carmen Sorrentino, spiegando di essere in compagnia di Salamone. Poco dopo la donna riceva un’altra telefonata con l’invito a incontrare di persona il funzionario pubblico.

Mancano pochi minuti a mezzogiorno quando Carmen Sorrentino arriva negli uffici del Provveditorato dell’Arnas. Un quarto dopo è già fuori. “Alle 12.09 Sorrentino contattava con urgenza una collaboratrice della So.Gi., alla quale chiedeva di procurarsi velocemente una pendrive”, si legge nell’ordinanza.

Successivamente, la donna parla con il dipendente di un’azienda informatica rivolgendogli una richiesta che il giudice ha riassunto così: “Gli chiedeva come sarebbe stato possibile cambiare la data del computer, in quanto avrebbe dovuto firmare digitalmente e con urgenza un file, per cui serviva una data anteriore a quella dell’operazione. L’interlocutore la rassicurava che se ne sarebbe occupato lui stesso”.

Il file da modificare, secondo gli inquirenti, sarebbe stato quello riguardante i documenti caricati un anno prima dalla So.Gi Medical. Considerato l’iter della gara fino a quel punto svolto, l’interesse con molta probabilità avrebbe riguardato appunto la busta contenente il ribasso.

Una conferma starebbe nel contenuto di un dialogo che avviene alle 13.44 del 14 dicembre, mentre la seduta di gara presieduta da Giuseppe Salamone è ancora in corso (il verbale riporta come orario di chiusura le ore 15.12)”.

“Giovanni Sorrentino e Carmen Sorrentino, ad aggiudicazione avvenuta, esultavano al telefono per l’ottimo risultato dagli stessi conseguito, in quanto la So.Gi. Medical era risultata aggiudicatrice, avendo presentato un’offerta lievemente più bassa delle altre”, si legge nell’ordinanza. Tra le intercettazioni registrate dalla finanza ce n’è una in cui Carmen Sorrentino si mostra entusiasta: “Ci siamo aggiudicati, ci siamo aggiudicati tutto! Per centesimi!”.