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Appalti in Sicilia, Romano: “Su di me una canea. C’è qualcosa che non funziona nella giustizia”

Appalti in Sicilia, Romano: “Su di me una canea. C’è qualcosa che non funziona nella giustizia”

Il leader di Noi moderati è arrivato al tribunale dì Palermo per essere interrogato dal Gip nell’ambito della Inchiesta sugli appalti pilotati in Sanità che coinvolge anche Salvatore Cuffaro e 16 persone

Saverio Romano, leader di Noi moderati è arrivato al tribunale dì Palermo per essere interrogato dal giudice per le indagini preliminari nell’ambito della Inchiesta sugli appalti pilotati in Sanità che coinvolge anche Salvatore Cuffaro e 16 persone. La Procura ha chiesto gli arresti domiciliari a tutti i 18 indagati.

“C’è qualcosa che non funziona nella giustizia – ha detto mentre si incamminava verso l’entrata del palazzo di giustizia –. Quello che è avvenuto in questi giorni è una sentenza di condanna irrevocabile”.

“Una canea nei miei confronti”

“Avete visto la canea che si è abbattuta nei miei confronti – dice – il magistrato fa il suo lavoro. Questa è una legge che prevede il disvelamento di alcuni fatti. Io ancora stento a capire l’episodio che mi viene contestato. Ciò che è avvenuto sui social e sui giornali sembra il tema di un fatto che ha poco a che vedere con l’accertamento della verità”.

Ribadisce che a suo avviso “è iniziata la campagna referendaria per la riforma della giustizia”. E spiega: “Io mi sono molto esposto per cambiare un sistema come quello attuale secondo voi è normale che il mondo intero sappia di contestazioni che riguardano una persona. Non dovevano essere blindate le attività investigative? Mi pare ci sia qualcosa che non funzioni in Italia nella giustizia”.

Il legale di Colletti dopo l’interrogatorio: “Chiarita la sua posizione”

“Non c’è stato alcun patto corruttivo. Il dottor Colletti ha risposto a tutte le domande e ha chiarito la sua posizione”. A parlare è l’avvocato Giuseppe Di Stefano, legale di Roberto Colletti, il manager della Sanità, per il quale la Procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari nell’inchiesta che vede coinvolte altre 17 persone.

L’interrogatorio preventivo davanti al giudice per le indagini preliminari è durato circa un’ora e mezza. All’uscita il legale ha spiegato: “Il mio cliente ha chiarito la sua posizione e ci riteniamo totalmente estranei al capo di imputazione. Abbiamo cercato di chiarire al giudice la realtà dei fatti. Siamo estranei a qualunque reato contestato, il dottor Colletti ha chiarito di avere operato sempre con la massima correttezza all’interno dell’azienda ospedaliera”.

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