Aquilino: “Ipertensione arteriosa troppo spesso silenziosa: importante individuarla” - QdS

Aquilino: “Ipertensione arteriosa troppo spesso silenziosa: importante individuarla”

Aquilino: “Ipertensione arteriosa troppo spesso silenziosa: importante individuarla”

mercoledì 22 Febbraio 2023

Mattia Aquilino, presidente Associazione italiana Donne Medico di Agrigento. “Fattore di rischio che non sempre si accompagna alla comparsa di sintomi”

AGRIGENTO – L’ipertensione arteriosa è una condizione caratterizzata dall’elevata pressione del sangue nelle arterie che aumenta la probabilità del verificarsi di altre malattie cardiovascolari, come l’infarto miocardico, coinvolgendo circa il 18% degli italiani, con una prevalenza che arriva a superare il 50% oltre i 74 anni di vita.
Per approfondire gli aspetti legati a prevenzione e terapie, anche in relazione alle differenze di genere nell’espressione di tale condizione, abbiamo intervistato Mattia Aquilino, presidente dell’Associazione italiana donne medico, sezione di Agrigento.

Dottoressa Aquilino, quali i fattori di rischio e quali le conseguenze?
“Si ritiene che il rischio cardiovascolare aumenti al punto da giustificare un intervento terapeutico, anche farmacologico, in presenza di valori di pressione pari o superiori a 140 mm Hg per quanto riguarda la pressione sistolica (la massima) e/o pari o superiori a 90 mm Hg per quanto riguarda quella diastolica (la minima). L’ipertensione arteriosa, è bene precisarlo, non è una malattia, ma un fattore di rischio, poiché aumenta la probabilità che si verifichino altre malattie cardiovascolari. Per questo è importante individuarla e curarla: per prevenire i danni che essa può provocare. L’aumento dei valori pressori non sempre si accompagna alla comparsa di sintomi, specie se avviene in modo non improvviso: l’organismo si abitua progressivamente a valori sempre un po’ più alti, e non invia segnali al paziente. In ogni caso, i sintomi legati all’ipertensione arteriosa sono spesso sottovalutati, tra essi si ricordano mal di testa, specie al mattino, stordimento e vertigini, ronzii nelle orecchie (acufeni, tinniti). Riguardo infine i fattori di rischio ricordiamo, tra gli altri, la familiarità, l’età (la pressione sistolica continua ad aumentare per effetto dell’età), il sovrappeso, il fumo, l’alcool”.

Quali differenze di genere esistono tra uomini e donne?
“Nelle donne la pressione arteriosa aumenta, a partire dai trent’anni, in maniera più rapida rispetto a quanto accade per gli uomini. Un ruolo importante lo giocano sicuramente fattori genetici e ormonali, alcuni studi infatti hanno dimostrato come, dopo la menopausa, la riduzione degli estrogeni e l’aumento degli androgeni sia correlato a un maggior rischio cardiovascolare”.

Cosa può dirci rispetto ai sani stili di vita per prevenire tale fattore di rischio?
“Una dieta povera di sale, l’attività fisica moderata e costante, il controllo del peso corporeo, un consumo controllato di alcolici, sono tutti atteggiamenti raccomandabili in caso di riscontro di aumentati valori pressori”.

È possibile convivere con questo problema?
“Una volta stabilita una diagnosi di ipertensione arteriosa, è necessario sottoporsi ad alcuni esami che permettono di capire se l’ipertensione ha già danneggiato i vasi, il cuore, i reni: ecco che, dopo aver rivisto le abitudini di vita, può essere necessario intraprendere un’appropriata terapia farmacologica, il cui scopo è proprio quello di normalizzare, il più tempestivamente possibile, la pressione arteriosa”.

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