Arbitro controversie finanziarie, dal Sud in 5 anni 3.684 ricorsi - QdS

Arbitro controversie finanziarie, dal Sud in 5 anni 3.684 ricorsi

Arbitro controversie finanziarie, dal Sud in 5 anni 3.684 ricorsi

mercoledì 24 Novembre 2021

Su un totale di 8.582: accolti in tutto 2.981 ricorsi, risarcimenti per 111 milioni di euro. Savona (Consob): “Strumento importante per buon rapporto finanza-risparmiatori”

ROMA – In cinque anni di attività, l’Arbitro per le controversie finanziarie ha ricevuto 8.582 ricorsi, ne ha ammessi 7.105, accogliendone al 15 novembre scorso 2.981 e respingendone 1.496. Ha assunto 7.016 decisioni e complessivamente ha riconosciuto risarcimenti per 111.066.146 euro. è quanto emerso dalla relazione del presidente dell’Acf, Gianpaolo Barbuzzi, nel corso dell’evento sul quinquennio di operatività dell’autorità.

L’iniziativa dell’Arbitro per le controversie finanziarie “fa parte di tutte le strutture indispensabili, anche se è l’ultima arrivata o quasi”.
Lo ha detto il presidente della Consob, Paolo Savona, nel corso del suo intervento in apertura dell’evento “è parte di un sistema di fiducia – ha proseguito Savona – che deve contraddistinguere il mantenimento corretto e giusto, e l’Arbitro fa parte di entrambi ma in particolare del secondo, di tutti coloro i quali detengono strumenti finanziari, un aspetto importante per mantenere un buon rapporto tra i gruppi dirigenti della finanza e i risparmiatori”.

Guardando alla distribuzione territoriale, è il Nord a concentrare il maggior numero di ricorsi (42,9% con 3.684), seguito dal Sud (36,6% a 3.141). Molto distaccato il centro (20% con 1.710), mentre dall’estero ne sono arrivati appena 47, lo 0,5% del totale. Sono gli uomini a ricorrere maggiormente all’Acf: 5.546 (64,6%). Le donne sono circa la metà, 2.770 che rappresentano il 32,3%. Quanto agli enti, questi rappresentano il restante 3,1% a quota 266.

Infine, l’età dei ricorrenti è per il 24% compresa tra i 55 e i 64 anni e sempre al 24% è anche la fascia 65-74 anni. Seguono gli over 74 con il 22,2%, poi 45-54 anni al 18,6% e infine 20-44 all’11,2%.

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