Arbitro per le controversie finanziarie, dalla Sicilia solo il 6,1% dei ricorsi

Arbitro per le controversie finanziarie, dalla Sicilia solo il 6,1% dei ricorsi

Giulia Trovatello

Arbitro per le controversie finanziarie, dalla Sicilia solo il 6,1% dei ricorsi

Giulia Trovatello  |
martedì 19 Aprile 2022

Su un totale di 1.582 istanze solo 96 hanno riguardato l’Isola. Sul podio c’è la Puglia (242)

ROMA – In totale sono 96 con una percentuale del 6,1% i ricorsi presentati in Sicilia nel 2021 presso l’Arbitro per le controversie finanziarie (Acf): uno in meno rispetto al 2020. È quanto emerge dalla relazione annuale per il 2021 pubblicata dall’Arbitro, l’organo istituito dalla Consob nel 2017 per la risoluzione stragiudiziale dei contenziosi tra risparmiatori e intermediari. Nel corso del 2021 l’ACF ha ricevuto 1.582 ricorsi di cui, solo 96, sono siciliani e il numero delle istanze presentate nei rispettivi 9 capoluoghi siciliani è così suddiviso: in testa alla classifica si posiziona la provincia di Ragusa con 30 ricorsi e una percentuale sul totale del 31,3%, seguita da Catania con 17 istanze e il 17,7% e Palermo con 13 richieste e una percentuale del 13,5.

A conquistare il quarto posto è, invece, la provincia di Agrigento con 12 ricorsi presentati e un’incidenza del 12,5% sul totale. A seguire Messina con 9 reclami e il 9,4%; Siracusa con 6 e il 6,3%; Trapani con 5 e il 5,2%; Caltanissetta con 3 e il 3,1% e infine la provincia di Enna che chiude il cerchio con un solo ricorso presentato nel 2021 e una percentuale del 1,0. L’area di provenienza del maggior numero di ricorsi (42,6%) è stata quella del Nord, seguita dal Sud (38%) e dal Centro (18,6%) del Paese. Le prime tre regioni a conquistare il podio sono la Puglia (242), la Lombardia (200) e l’Emilia-Romagna (189). Mentre, per quanto riguarda le province, le prime posizioni sono occupate da Bari (143); Roma (107) e Forlì-Cesena dalla quale sono pervenuti 85 ricorsi, pari a quasi la metà dei ricorsi complessivamente pervenuti dalla regione Emilia-Romagna.

Cosa è cambiato rispetto al 2020? Relativamente alla tipologia di ricorrenti, il 2021 ha confermato i dati degli anni precedenti: i ricorsi pervenuti sono stati inoltrati da persone fisiche (1.541 pari al 97,4%), a fronte del 2,6% (41) inoltrati da persone giuridiche. In merito alla scelta di avvalersi dell’assistenza di un procuratore, anche nel 2021 la stragrande maggioranza (1.131 su 1.582, pari al 71,5% del totale) ha preferito essere assistito da un procuratore. Nello specifico, da un legale (83%).

A perdurare è anche il Gap di genere. A fronte di 1.541 ricorsi presentati da persone fisiche, 1.039 sono stati quelli presentati da uomini (67,4%), 502 da donne (32,6%). Resta invariata, e anche piuttosto elevata, l’età media dei risparmiatori che si rivolgono all’ACF. Quanto alla distribuzione territoriale, nel corso del 2021 la Puglia si è confermata nuovamente la regione di residenza della maggior parte dei ricorrenti (242). Tuttavia, il numero è in flessione rispetto al dato del 2020, quando erano pervenuti 455 ricorsi pari al 25,7% del totale. I numeri sono in calo anche nella provincia di Bari che segna 182 ricorsi in meno rispetto al 2020; nelle due metropoli Roma e Milano con, rispettivamente, -15 istanze; a Forlì – Cesena con -35 richieste e, per ultima, a Venezia con – 4 solleciti.

Tutt’altra musica per la provincia di Napoli che registra un aumento del 4% nel 2021 anche se, in modo inverso, scende del 5% la percentuale sul totale dei ricorsi ricevuti: 48,1% contro il 53,1%. Nel 2021, dunque, l’ACF ha concluso 2.119 procedimenti con un incremento del 40,3% rispetto ai 1.510 del 2020 e con conseguente abbattimento dei tempi istruttori. Dati positivi che mettono in luce un andamento decisamente nuovo: attestano quanto, progressivamente, sia migliorata la conoscenza della normativa e dei meccanismi procedurali che disciplinano l’organizzazione e il funzionamento dell’ACF presso i risparmiatori e gli addetti ai lavori.

Giulia Trovatello

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