Le indagini si concentreranno sulla documentazione delle strutture e delle stratificazioni tardo-repubblicane e primo-imperiali relativamente a un sacello individuato nel periodo tra 2018 e 2019
MAZZARINO (CL) – Dopo due anni di fermo dovuto al Covid, si torna a scavare nel sito archeologico pluristratificato di Sofiana. Le ricerche, condotte in regime di concessione di scavo, sono dirette da Emanuele Vaccaro, docente dell’Università di Trento, in stretta collaborazione con il Parco archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina, diretto da Liborio Calascibetta e con l’Università di Messina.
Il team di ricerca è composto da archeologi e studenti delle Università di Trento e di Messina, a cui si aggiungono i volontari del Gruppo archeologico Litterio Villari di Piazza Armerina.
Nel corso di questa campagna, le indagini si concentreranno sullo scavo e sulla documentazione fotogrammetrica delle strutture e delle stratificazioni tardo-repubblicane e primo-imperiali relativamente a un sacello individuato tra il 2018 e il 2019 all’interno dell’area demaniale del sito di Sofiana. Successivamente, si approfondirà lo scavo di alcune evidenze di età ellenistica messe in luce in un saggio al di sotto del sacello che suggeriscono la lunga frequentazione dell’area, ben prima della fondazione dell’insediamento a carattere urbano di Sofiana, tradizionalmente ascritta all’età augustea.
La finalità del progetto – che ha carattere scientifico e didattico-formativo – prevede indagini sul campo che si accompagnano a quotidiane attività di laboratorio legate al processamento dei dati di scavo e allo studio dei materiali.
La campagna di scavi, proprio per la finalità didattica, ben si colloca tra le iniziative di valorizzazione e promozione del territorio favorite dell’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, è finanziato dal Centro di Alti studi umanistici (CeAsum) dell’Università di Trento.
Sono numerose, oltre settanta, le missioni di scavo archeologico attive negli ultimi due anni in Sicilia, a testimonianza del lavoro svolto dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, attraverso Parchi archeologici e Soprintendenze, in favore della ricerca e dello studio.