Archeologia subacquea, a Giardini la Rassegna internazionale - QdS

Archeologia subacquea, a Giardini la Rassegna internazionale

Archeologia subacquea, a Giardini la Rassegna internazionale

giovedì 07 Ottobre 2021

In questa diciassettesima edizione, oltre settanta studiosi da tutto il mondo racconteranno le novità sugli scavi. Da oggi a Naxos archeologi, geologi marini, documentaristi e ricercatori

I porti sommersi e i primi viaggi per mare degli uomini preistorici, gli studi di prestigiose università internazionali; i nuovi musei di terra, dedicati ai tesori recuperati, e i futuri musei di “mare” nel Mediterraneo: itinerari nel profondo blu, tra pesci e creature marine, da esplorare con maschera e bombole alla scoperta di navi, anfore, macine e, in Sicilia, persino immense colonne in marmo destinate a chissà quale tempio e che da millenni giacciono in fondo al mare nella baia di Taormina.

A Giardini Naxos torna da oggi e fino al nove ottobre, in remoto e in presenza, la XVII Rassegna Internazionale di Archeologia Subacquea, storico appuntamento avviato a metà anni Ottanta e che nel 2019, dopo una lunga pausa ha ripreso la programmazione.

Ad aprire i lavori Alberto Samonà, Assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, introdotto da Gabriella Tigano e Valeria Li Vigni, rispettivamente Direttore del Parco Archeologico Naxos Taormina e Soprintendente del Mare, i due enti che organizzano la manifestazione. Saranno presenti il Sindaco di Giardini Naxos, Giorgio Stracuzzi, ed Edoardo Tortorici, Presidente dell’Istituto Italiano di Archeologia Subacquea.

Al prof. Luigi Fozzati, decano degli archeologi subacquei in Italia e componente del Comitato Scientifico della rassegna, il compito di avviare le tre giornate di studi declinate secondo le macroaree Tutela e Valorizzazione, Conservazione e Comunicazione, Porti e Archeologia costiera. Fozzati, che insieme a Claudio Mocchegiani Càrpano e a Sebastiano Tusa ha dato forte impulso a questa disciplina, presiederà la prima sessione che vedrà, fra gli altri interventi, quello dell’archeologa Barbara Davidde, da quest’anno al vertice della Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo con sede a Taranto. La Davidde, insieme ad altri colleghi, interverrà sui recenti ed inediti studi dedicati alle rotte commerciali del Mediterraneo in età arcaica.

I RELATORI

Numerosissimi e di rilievo internazionale gli interventi, in presenza e solo in parte in videocollegamento da remoto (Australia, Regno Unito, Tunisia, Venezia e Palermo). Attesi oltre 70 relatori fra archeologi, geologi marini, documentaristi, direttori di prestigiosi enti di ricerca (Cnr, Ingv, Centre Camille Jullian) dottorandi e ricercatori indipendenti italiani e stranieri. In tutto saranno rappresentati 42 istituti fra Ministero della Cultura (MiC), Soprintendenze nazionali e regionali di terra e Soprintendenze del Mare, parchi archeologici, musei e decine di atenei: 17 quelli italiani mentre fra quelli esteri figurano gli Stati Uniti (Stanford University, California), Canada (Brock University), paesi UE (Germania, Francia, Grecia, Malta e Cipro) e non UE (come la Oxford University, nel Regno Unito, e il Dipartimento Studi Europei Jean Monnet in Svizzera). Fra i relatori Ugo Picarelli, direttore della Borsa del Turismo archeologico di Paestum, e la giornalista di Rai 1, Donatella Bianchi, popolarissima e apprezzata conduttrice della trasmissione Linea Blu, che proprio a Taormina e ai tesori emersi dalle acque di Naxos e Isola Bella – grazie a un gruppo di giovani “pionieri” dell’archeologia subacquea molto attivi dagli anni Cinquanta – ha dedicato la puntata dello scorso 2 ottobre

I CONTENUTI

Fra le decine di contributi dell’edizione 2021 figurano il lavoro di tutela in Calabria con i Carabinieri; l’imponente studio e la realizzazione di nuovi musei in Liguria; la scoperta della nave romana a Ustica, nuovi dati sul porto sommerso di Lipari, gli sviluppi sullo studio del relitto bizantino di Marzamemi; uno studio dell’Università di Oxford sulle iscrizioni latine dei rostri delle Egadi e l’indagine incrociata di uno storico e di un pilota civile sulla flotta aerea inglese precipitata al largo di Cefalù (storia che curiosamente si interseca con l’affondamento della Bismarck, del quale nel maggio scorso cadeva l’80° anniversario). E poi i documentari, quello sul relitto profondo di Ognina (SR) e due inediti che documentano la possibilità di retrodatare di 3mila anni il primo viaggio in mare dell’uomo: passione antichissima, a quanto pare, dell’Homo Sapiens che un casuale ritrovamento sull’isola di Marettimo fa risalire al Mesolitico, ossia tra 13600 e 8400 anni fa. E’ possibile seguire in streaming la rassegna tramite la piattaforma Google Meet, info sul sito www.parconaxostaormina.com

La Storia dell’Archeologia Subacquea a Giardini Naxos

La ricerca archeologica subacquea comincia precocemente nella baia di Giardini Naxos per iniziativa di alcuni subacquei sportivi, e con il favore della Soprintendenza di Siracusa allora diretta da Luigi Bernabò Brea, convinto sostenitore dell’allora nascente disciplina. Il suo inizio è in straordinaria sincronia con gli scavi sistematici che nel 1961 erano ripresi nel sito della colonia con la conduzione di Paola Pelagatti. Le indagini riguardarono i fondali della baia e delle vicine baie di Isolabella e Mazzarò, successivamente estendendosi a sud sino ad Acitrezza. I giovani subacquei erano coordinati da Franco Papò, ufficiale dell’aeronautica militare, archeologo dilettante e autore di numerosi articoli di carattere divulgativo pubblicati negli anni Sessanta sulla rivista “Mondo Sommerso” con l’obiettivo di suscitare nei subacquei una “coscienza archeologica”. A questo scopo Papò avviò una serie di relazioni fra la cerchia dell’archeologia subacquea ufficiale e quella dei subacquei sportivi. Per questi meriti nel 1983 gli è stato intitolato un premio che nelle diverse edizioni della Rassegna Internazionale di Archeologia Subacquea di Giardini Naxos è stato assegnato a chi si era distinto in vario modo nell’archeologia subacquea. Tra i numerosi premiati si annoverano i nomi di due pionieri, Honor Frost e Gerhard Kapitän.

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