L’ex commissario Arcuri risulta iscritto nel registro degli indagati. Il lotto di mascherine su cui indaga la procura di Roma proveniva dalla Cina e aveva un valore di 1,25 miliardi di euro
L’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri, secondo quanto anticipato dal quotidiano “La Verità”, sarebbe stato iscritto sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Roma per peculato.
L’accusa sarebbe contenuta nel fascicolo sulle forniture di mascherine cinesi.
Il 24 febbraio scorso, per l’arrivo in Italia di una parte di queste mascherine senza certificazione, c’erano stati un arresto e quattro misure interdittive.
Secondo quanto riportato dal quotidiano “La Verità”, il reato di peculato sarebbe contestato anche ad Antonio Fabbrocini, che è stato uno stretto collaboratore di Arcuri e il responsabile unico del procedimento per l’acquisto di 801 milioni di mascherine da tre diversi consorzi cinesi.
Per questo acquisto, gli intermediari hanno ricevuto, secondo la Procura, provvigioni per 72 milioni di euro (finendo indagati per traffico di influenze).
L’ex commissario Arcuri ha però sempre negato di essere a conoscenza delle maxi-commissioni, sostenendo invece attraverso il suo ufficio stampa di essere stato “oggetto di illecite strumentalizzazioni” da parte degli intermediari.