ROMA – Con quasi tre italiani su quattro (73%) che durante l’estate si recheranno a visitare uno dei piccoli borghi sul territorio nazionale è importante mantenere la presenza e i servizi nelle aree interne, un motore turistico che, se adeguatamente valorizzato, può diventare una risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale del Paese.
L’importanza dei centri sotto i 5.000 abitanti
L’analisi Coldiretti/Ixè fotografa l’importanza dei centri sotto i 5.000 abitanti, protagonisti del premio “Piccolo Comune amico” promosso dal Codacons in collaborazione con Coldiretti e dedicato ai paesi che, nell’ultimo anno, si sono impegnati per valorizzare il territorio e i prodotti locali, incentivando il turismo.
Nei 5.567 Comuni italiani con meno di 5.000 abitanti risiede la vera bellezza del nostro territorio, e per questo il Progetto premia le eccellenze italiane locali nei settori: agroalimentare, artigianato, innovazione sociale e cultura – arte – storia.
Contrasto allo spopolamento e all’abbandono dei piccoli Comuni
L’obiettivo del Premio è quello di sostenere le azioni di contrasto allo spopolamento e all’abbandono dei piccoli Comuni e, in quest’ottica, sono già quattro le edizioni che, dal 2021 al 2024, hanno contribuito alla diffusione della conoscenza dei piccoli Comuni italiani e delle loro eccellenze.
Alla cerimonia di consegna dei riconoscimenti, svoltasi a Palazzo Rospigliosi a Roma, hanno preso parte il segretario generale Vincenzo Gesmundo e il presidente Codacons Carlo Rienzi.
Un premio speciale, promosso da Coldiretti Giovani, è stato assegnato a cinque imprenditori under 30 che operano proprio nei piccoli centri, contribuendo ad arricchire il valore agricolo del comune stesso e del territorio circostante.

Un esempio è Valentina Allaria, giovane imprenditrice di Murazzano (Cuneo) che, dopo esperienze di lavoro all’estero, è tornata tra le campagne piemontesi per rilanciare l’azienda agricola familiare dedicandosi alla produzione di formaggi di pecora delle Langhe, razza autoctona in via d’estinzione.
Oltre al punto vendita di Campagna amica dove propone i suoi prodotti a turisti e residenti, Valentina ha attivato anche una fattoria didattica, rendendo la zona attrattiva per visitatori e scolaresche.
A Monte Roberto, borgo della provincia di Ancona, Luca Marasca ha aperto con il fratello una cantina biologica che produce vini di qualità, valorizzando Verdicchio e vitigni autoctoni nel segno dell’innovazione.
Le uve biologiche sono raccolte a mano e abbattute termicamente in una cella frigo per esaltarne le caratteristiche organolettiche, lavorate con una pressa ad azoto per eliminare l’ossidazione dei mosti, con sonde per il controllo termico della fase di fermentazione. La cantina ha una struttura coibentata con pannelli fotovoltaici che riducono i consumi elettrici e creano energia pulita.
Miriana Coccia, abruzzese, è partita dall’esperienza dei suoi nonni, che praticavano la transumanza e, una volta conseguita la laurea in Produzioni animali, ha aperto una sua azienda a Villavallelonga (L’Aquila), un borgo montano svantaggiato, puntando sull‘allevamento estensivo di Chianina. Qui ha avviato anche una fattoria didattica che coinvolge scuole e famiglie, favorendo un turismo esperienziale e formativo. Un presidio attivo e innovativo contro lo spopolamento.
In Campania Michele Di Cairano, agricoltore con una laurea in Enologia, organizza ogni anno nel paese di Calitri (Avellino) una “Festa della Mietitura”, che è rapidamente diventata un’occasione di promozione turistica, culturale e identitaria del borgo, celebrando assieme alla comunità le tradizioni agricole locali. Nella sua azienda produce con metodo biologico grano, olive e uva
Una vocazione al turismo che emerge anche dalla storia di Edoardo Turra che nel Modenese manda avanti assieme alla famiglia un caratteristico agriturismo dove integra agricoltura, ristorazione e didattica. Un vero e proprio presidio attivo del territorio e laboratorio di educazione ambientale e turismo lento, grazie anche all’organizzazione di centri estivi e laboratori per bambini.
“L’Italia più autentica – ha scritto Carlo Rienzi, presidente Codacons – ha sfilato a Roma per celebrare la cerimonia di premiazione del premio Piccolo Comune Amico 2025. Un progetto che è stato concepito con un obiettivo semplice ma rivoluzionario: riportare al centro del dibattito nazionale i piccoli Comuni italiani, veri custodi del nostro patrimonio materiale e immateriale. La forza dei territori, il cuore delle comunità. Non c’è bisogno di grandi slogan per descrivere quello che è accaduto durante la cerimonia: bellezza, storie di resistenza quotidiana, emozioni autentiche. A essere protagonisti sono stati loro, i sindaci e le amministrazioni locali che ogni giorno combattono contro lo spopolamento, la mancanza di servizi e l’indifferenza dello Stato centrale, pur di custodire il valore della propria terra. A loro va il nostro più profondo ringraziamento. Perché senza questi amministratori coraggiosi, spesso dimenticati dalla grande politica, l’Italia dei borghi non esisterebbe più”.
Il premio è stato promosso anche con il contributo di partner fondamentali: Automobile Club d’Italia, Anci, Enac, Intesa Sanpaolo, Fit, Poste italiane, Touring club italiano, Autostrade per l’Italia, Symbola, Uncem. Grazie a queste “sinergie virtuose”, come le ha definite Rienzi, è stato possibile dare voce a territori spesso dimenticati, promuovendo le eccellenze locali, le produzioni tipiche, l’innovazione rurale e il turismo sostenibile.
Tra gli ospiti della cerimonia anche Miss Italia, a simboleggiare un’Italia giovane che non scappa ma sceglie di restare, investire e credere nei luoghi delle proprie radici. La bellezza, in questa occasione, è stata quella delle parole, delle mani che coltivano, degli occhi che raccontano. È la bellezza della “restanza”, come l’ha definita qualcuno: non immobilismo, ma scelta attiva di cura e appartenenza.
Occorre un progetto serio per le aree interne
“Non c’è futuro – ha concluso Rienzi – per l’Italia senza un progetto serio per le aree interne. Il premio è un vero atto politico e culturale. È il segno che un altro modello di sviluppo è possibile: più equo, più umano, più sostenibile. Arrivederci al prossimo anno: continueremo a batterci perché l’Italia dei piccoli Comuni non sia solo raccontata, ma difesa e sostenuta”.

