Senza prescrizioni è impossibile organizzarsi, lamenta la responsabile del parco acquatico di Siracusa. Dopo la chiusura 2020, si teme la chiusura della stagione estiva. Speriamo in luglio e agosto
Chiuso
da settembre 2019 non c’è ancora una data ufficiale per la riapertura dell’AretusaPark.
L’ultima novità proposta al pubblico è un ironico cartellone pubblicitario,
apparso all’ingresso della struttura e anche nei social, in cui si legge “Andrà
tutto bene!”.
<<Lo scorso anno
siamo stati costretti a chiudere sia per la tempistica che per una questione
psicologica che ha condizionato le persone dopo i mesi trascorsi in casa per il
lockdown. Nonostante tutto, nutrivamo la speranza di poter riaprire. Ma così
non è stato>>. A parlare è la responsabile del parco
divertimenti di Siracusa, Bianca Manuela Gennaro. <<Quest’anno potrebbe
essere possibile aprire dalla prima settimana di giugno, ma il tempo
è a nostro sfavore. Una struttura come quella dell’Aretusa Park, come tante
altre realtà in Sicilia, ha bisogno di tanti mesi prima di essere messa nelle
condizioni di aprire>> – spiega.
Rispetto al 2020 non è
cambiato molto per il settore dello spettacolo viaggiante, questa è l’area a
cui appartiene l’AretusaPark. <<Le nostre limitazioni sono come quelle
imposte ai teatri – dice la responsabile. Esistono una serie di prescrizioni
che i parchi divertimento devono adottare, quello che si sta cercando di fare è
capire se queste prescrizioni possono essere alleggerite. Lo scorso anno
abbiamo visto cosa è accaduto per i lidi nelle spiagge italiane– sottolinea
Gennaro e aggiunge. Noi abbiamo perso una stagione ma abbiamo visto che la
situazione fuori non era così limitata>>.
La decisione sulla
riapertura ricadrà sulle nuove direttive del nuovo Governo, e in particolare
sulla decisione riguardo le restrizioni come i limiti di capienza.<<Non
comprendo bene perché, ad esempio, nei lidi le distanze tra le varie
postazioni sono state di 4 metri, mentre nei parchi si è parlato di 10
metri, sia in acqua sia all’asciutto.
<< Le linee guida
esistono e sono diverse anche perché all’interno del Parco abbracciamo altrettanti
settori come la ristorazione, l’animazione e lo spettacolo, le piscine –
prosegue -. La cosa che più ci vincola è la capienza, il limite di
persone al 50% è eccessivo. Considerare un nucleo familiare ogni 10 metri,
dentro e fuori dall’acqua, è costringerci ad una eccessiva restrizione. Abbiamo
una licenza per 3 mila persone, quindi dovremmo arrivare alla metà con 1500.
Un numero esiguo di utenti che nelle domeniche o in altre giornate come
ferragosto sarebbe troppo basso. Costringerci a chiudere in perdita, allora
il senso dell’apertura qual è?>>.
In questo periodo di
chiusura sono stati applicate dall’ultimo governo Conte diverse misure per
imprese e lavoratori, ma i parchi divertimento sono stati esclusi da questi
ristori. << A livello nazionale non è stato fatto nulla – ribadisce
Gennaro-. Non c’è stato un rinvio di imposte, se non quello per la cassa
integrazione. Non c’è stato un ristoro previsto. L’unica cosa che è stata fatta,
è per merito della Regione Sicilia che ha “allargato” i fondi dei teatri
anche per i parchi divertimento acquatici e tematici>>.
Lo slogan della pubblicità è “andrà tutto bene” ma il motto dell’Aretusa Park potrebbe essere “A qualunque costo” citando Mario Draghi. <<La nostra speranza è quella di aprire, a qualsiasi condizione imposta dalle restrizioni. Magari riducendo i costi e i tempi di apertura, comunque riaprire e ripartire. Anche solo per i mesi di luglio e agosto. Non possiamo permetterci anche quest’anno di rimanere chiusi>>.
Marco Panasia