L’aumento delle spese militari, dall’1,2 al 2% del Pil entro il 2028, andrà a incrementare i guadagni di un settore sempre più opulento: soltanto nel 2020 i Paesi Ue hanno investito ben 378 miliardi
Il Senato ha approvato, giovedì scorso, il Dl Ucraina con una larga maggioranza: 214 voti favorevoli, 35 contrari e nessun astenuto. Insomma, il dado è tratto e l’aumento delle spese militari dall’1,3% del Pil attuale (circa 26 miliardi all’anno) al 2% (circa 39 miliardi annui, da raggiungere progressivamente entro il 2028 anziché il 2024) è stato avallato. Un aumento di 13 miliardi euro “sottratto” alla ricerca, all’innovazione, all’istruzione, alla sanità, alla spesa sociale e alla transizione ecologica. Si tratterebbe di un impegno di cui i Paesi Nato hanno parlato per la prima volta nel 2006 al vertice di Riga, in Lettonia, e che hanno formalizzato nel 2014 al summit di Newport, in Galles. Tuttavia, l’impegno sottoscritto in questo summit non è mai stato vincolante per nessuno Stato. E infatti ad oggi si sono impegnati o si stanno impe… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI