Le start-up innovative come strumento di ripartenza economica siciliana con una finestra aperta su ciò che arriva dall’estero. Ne parlano di amministratori di Keplera, Marco Barone e Manfredi Domina.
Innovazione, tecnologia e creatività: queste le basi per la ripartenza economica secondo i palermitani Marco Barone e Manfredi Domina, amministratori di Keplera, un nuovo format per chi vuole diventare imprenditore.
“Un Paese lungimirante – dichiara Domina – ha l’obbligo
di investire sul proprio ecosistema startup e di sostenerlo. Soprattutto
adesso, quelle che oggi sono idee innovative potrebbero essere delle piccole
rivoluzioni della quotidianità di domani. Il servizio che noi offriamo è a
disposizione di ogni siciliano, nella consapevolezza che il Sud Europa sia un
territorio in fortissima crescita ed espansione. Il nostro obiettivo è investire
sul nostro territorio e per questo motivo abbiamo scelto Palermo come sede
operativa, ma per far crescere le nostre imprese terremo sempre una finestra
aperta su ciò che arriva dall’estero”.
Un’idea che combina la tradizione legale unita
all’innovazione e alla velocità che oggi contraddistinguono il mondo dei
servizi, con un team di consulenti giovani e creativi che crede in un modello
di consulenza cucito su misura per chi ha in mente un progetto di business.
“La nostra idea di target, più che in termini di età
anagrafica – spiega Domina – si specifica per voglia di creare impresa.
Considerando le medie regionali e nazionali è chiaro che chi usufruirà dei
nostri servizi sarà perlopiù giovane, di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, ma
posto questo non ci precludiamo alcunché. Fare impresa può essere una nuova
strada da tracciare per un giovane o una seconda opportunità per una persona di
età più avanzata. Il nostro lavoro consiste nel supportare entrambi”.
“Vogliamo – aggiunge Barone – essere una guida sin dalla fase embrionale. Aiuteremo l’imprenditore a sviluppare la sua idea, seguendolo nella progettazione economica, strutturale e legale della nuova azienda”.
Un supporto a 360 gradi, quindi, per le imprese innovative, gli enti del terzo settore e tutte quelle realtà che operano nell’industria culturale e creativa, ponendosi l’obiettivo di supportare – o di rafforzare, nel caso di aziende o realtà già esistenti – l’ecosistema siciliana, aiutando gli aspiranti imprenditori a realizzare quelle idee che spesso rimangono chiuse in un cassetto.
“Cerchiamo innanzitutto – continua Domina – di fornire alle giovani imprese competenze legali, affinché possano avere un ciclo di vita che sia legato alla potenzialità della loro idea imprenditoriale e al loro modello di business. Le aiuteremo ad evitare i rischi che possono derivare da una insufficiente conoscenza di leggi, spesso farraginose e complesse. Tra i nostri servizi vi è anche quello di individuare per i nostri clienti il finanziamento più adatto per le loro necessità.
Una volta individuato il finanziamento, accompagneremo l’impresa o la futura impresa nella stesura del progetto e nello sviluppo del piano finanziario. Riteniamo che i finanziamenti attivi al momento di Invitalia abbiano dato un forte volano all’imprenditoria siciliana consentendo a tanti futuri imprenditori di reperire i fondi necessari. Il dato positivo è che l’imminente apertura di Cultura Crea 2.0 e Cultura Crea Plus nonché il rifinanziamento di Resto al Sud indichino una direzione in cui i giovani imprenditori del Sud Italia e gli operatori dell’industria culturale e creativa possano essere protagonisti nell’imminente futuro”.
Un impegno, per Keplera, che abbraccia il territorio dimostrando un forte attaccamento alle radici siciliane. “Per noi – conclude Domina – è fondamentale che la vita delle imprese sia lunga e piena di soddisfazioni, poiché contribuiscono a promuovere la nostra immagine locale e nazionale. La Sicilia è un posto magnifico che oggi è diventato straordinariamente attrattivo oltre che per i turisti anche per chi lavora nel mondo del digitale e può permettersi il lavoro da remoto. Se fino a qualche anno fa si poteva pensare alla Sicilia come limite territoriale, oggi questo limite concretamente non esiste più. Poi è chiaro che non ci si deve chiudere in una dimensione locale, ma si deve aspirare ad entrare nel mercato nazionale ed internazionale puntando a collaborare con realtà anche distanti territorialmente, proprio perché l’ecosistema siciliano ha tutto da imparare. Noi lo stiamo già facendo ed è straordinario come possano nascere idee e progetti che abbiano un serio impatto sul territorio”.
Gaia Perniciaro