Entrano in vigore a partire da oggi le novità stabilite dalla riforma Cartabia. L’esperta in diritto di famiglia, Valentina Ruggiero: "Eliminate udienze che costituivano tempi morti"
ROMA – Entrano in vigore a partire da oggi le nuove norme su separazioni e divorzi. Una serie di novità, introdotte dal Dlgs 149/2022 e che fanno parte della riforma della giustizia civile voluta dall’ex guardasigilli Marta Cartabia, il cui scopo principale – anche in ossequio alle direttive europee per l’erogazione dei fondi del Pnrr – è quello di semplificare e velocizzare questi procedimenti. Il Quotidiano di Sicilia ha voluto approfondire il tema intervistando l’avvocato Valentina Ruggiero, esperta in diritto di famiglia.
Avvocato, le nuove norme su separazione e divorzio, introdotte dalla Riforma Cartabia, permetteranno di rendere tali pratiche più semplici e veloci. Quali sono punti di forza e punti deboli di questa velocizzazione?
“Sicuramente la procedura sarà più veloce poiché sono state eliminate varie udienze che costituivano mere ripetizioni e tempi morti nelle procedure e che rendevano anche insofferenti i coniugi per la lungaggine dei processi, conducendo a atti violenti. L’aspetto che realmente mi preoccupa è che tutto il processo (con documenti, prove) deve essere articolato con il ricorso introduttivo, cioè nel primo atto, e ciò non solo è di grande responsabilità per noi operatori del settore, ma di grande impegno per i clienti che in una fase emotivamente tanto particolare devono essere necessariamente razionali e fornire al professionista tutto il materiale inerente la causa”.
Il sistema giuridico, nelle sue diverse componenti, non pare attualmente pronto per gestire queste importanti novità. Da più parti si dice che occorrerà molto più personale adeguatamente “specializzato”. Quali saranno, a suo avviso, le tempistiche necessarie per raggiungere questo obiettivo?
“Le tempistiche non saranno veloci poiché tutti gli operatori che tratteranno la materia dovranno essere specializzati al pari di noi legali che operiamo nel settore dopo aver seguito corsi di formazione e convegni sulla materia e non solo per il tempo che hai lavorato. Inoltre le sezioni del Tribunali già erano carenti di personale e oggi si ritroveranno con un carico iniziale di lavoro molto oneroso. Per stabilizzare il sistema ci vorrà almeno un anno, per essere ottimistici. Ovviamente dipende sempre dal dirigente e dal Presidente dell’ufficio”.
Tra gli elementi più importanti della riforma, come ha ricordato lei stessa, c’è l’obbligo di ascoltare sempre i figli. Per quali ragioni, tale elemento, assume particolare rilievo?
“L’ascolto dei minori nelle cause di separazione, divorzio e convivenze è stato sempre importante per le decisioni più delicate, ma ad oggi tutti i minori che hanno discernimento dovranno essere ascoltati dal giudice perché i figli minori con la manifestazione di volontà, con la loro gestualità, risolvono molti dubbi circa il collocamento prevalente e il diritto di frequentazione tra i genitori. Questo momento del processo dà più certezza alla decisione. E proprio per questo incombente ci vogliono giudici che restino in quel ruolo per molto tempo e che siano specializzati. L’ascolto del minore è uno dei momenti più delicati del processo”.
Tra i rischi maggiori della velocizzazione delle pratiche sembra esserci quello di penalizzare la decisione finale. Come evitare che questo rischio diventi concreto?
“Certamente la velocizzazione potrebbe costituire un aspetto negativo per la decisione finale. Però osservando il tutto da specialista in materia ritengo che la velocizzazione di tali procedure sia un fattore positivo poiché non stressa le persone e con una celere decisione si riesce anche talvolta a conciliare le persone e far raggiungere loro un accordo”.