Ars, legge di stabilità, i dubbi dell'ufficio studi - QdS

Ars, legge di stabilità, i dubbi dell’ufficio studi

Ars, legge di stabilità, i dubbi dell’ufficio studi

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mercoledì 24 Febbraio 2021

Per la Corte dei Conti le poste irregolari ammontano a oltre 319 milioni di euro. Non sarebbero stati rispettati i principi per la contabilizzazioni degli accertamenti dei fondi a rendicontazione.

“Il bilancio di previsione 2021-2023 sconta sia la mancanza di un rendiconto 2019 approvato dalla giunta, sia la mancanza della formale parifica e approvazione del rendiconto al 31 dicembre 2019, con il conseguente mancato assestamento dei saldi 2019 e 2020. Si chiede al governo di chiarire se i saldi esposti nel bilancio di previsione tengano conto delle osservazioni formulate dalla Corte dei Conti, che hanno indotto il governo a ritirare il documento e a rielaborare il conto consuntivo.

Si chiede, altresì, al governo di chiarire se l’utilizzo delle quote di avanzo presunto avvenga nel rispetto della normativa contabile vigente”. E’ quanto si legge nella relazione del servizio studi dell’Assemblea siciliana sul bilancio di previsione 2021-23 trasmesso dal governo Musumeci e all’esame delle commissioni di merito.

Le poste irregolari secondo la Corte dei Conti

I tecnici si riferiscono “ai rilievi effettuati dalla sezione di controllo della Corte dei Conti nel corso del procedimento di parifica, con particolare riferimento ai residui attivi mantenuti al 31 dicembre 2019 nel rendiconto in esame per un totale di poste dichiarate irregolari pari ad euro 319.492.323,84, per mancato rispetto dei principi previsti per la contabilizzazione degli accertamenti dei fondi cosiddetti a rendicontazione”.

Gli uffici rilevano, inoltre, che l’art.1 del ddl bilancio “riduce, per l’esercizio finanziario 2022, l’autorizzazione di spesa di cui alla legge regionale n. 9 del 2020 dell’importo di euro 503.633.420,63 con conseguente azzeramento del capitolo relativo al Fondo occorrente per far fronte ad oneri dipendenti da provvedimenti legislativi in corso – spese correnti”. Lo stanziamento per l’intero triennio 2021-2023 sarebbe pertanto pari a 0 euro.

“Secondo la relazione, tale riduzione è disposta al fine di consentire la copertura delle spese per il medesimo esercizio del bilancio di previsione, anche in relazione alle minori entrate previste per lo stesso anno – scrivono i tecnici del Servizio studi -. Al riguardo si osserva che il bilancio di previsione, nella configurazione risultante dal decreto legislativo n. 118 del 2011, costituisce uno strumento ‘a legislazione vigente‘, contenente la proiezione contabile del quadro normativo vigente. Si tratta, in sostanza, di un documento nel quale vengono rappresentate contabilmente le previsioni di natura finanziaria riferite a ciascun esercizio compreso nell’arco temporale considerato nel Defr.

Non dovrebbero trovare accesso, quindi, nella legge di bilancio, norme di carattere sostanziale che risultino correttive della legislazione vigente ovvero rifinanziamenti, rimodulazioni o comunque interventi modificativi di autorizzazioni legislative di spesa, norme che, secondo la legislazione vigente, sono consentite, invece, nell’ambito della legge di stabilità“.

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