Missione impossibile per il presidente dell'Ars Micciché, che aveva invitato i deputati a limitarne in numero ricordando che la Regione è in esercizio provvisorio. L'inizio della votazione lunedì
Nuova tegola sul governo regionale presieduto da Nello Musumeci: ieri a mezzanotte è scaduto il termine per la presentazione degli emedamenti alla Legge di stabilità che sono risultati oltre duemila.
E questo nonostante il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Micciché, avesse invitato i deputati a limitare il numero degli emendamenti ricordando che la Regione è in esercizio provvisorio e, come aveva sottolineato, “qualcuno potrebbe non prendere gli stipendi”.
Missione impossibile per Micciché
Quella di Micciché, insomma, dopo il rinvio di ieri del voto sul Bilancio, sembra essere una sorta di “Missione impossibile” se consideriamo che il ddl Stabilità dovrebbe essere incardinato proprio stamattina a sala d’Ercole, mentre l’esame della Legge, con le votazioni, è previsto per lunedì prossimo.
Nel pomeriggio, invece, l’Ars dovrebbe votare l’articolato del bilancio di previsione 2021, con il rinvio del voto finale.
Il Pd, Musumeci spieghi i problemi
Già ieri il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo ha commentato il rinvio del voto sul bilancio della Regione chiedendo al presidente Musumeci di dire “subito e con chiarezza quali dubbi sono emersi sulla copertura dei capitoli di spesa dopo l’approvazione del bilancio in commissione”
Ieri, infatti, la seduta è stata rinviata dal presidente Gianfranco Miccichè, il quale ha motivato la decisione dichiarando che sono emersi “problemi sul bilancio”.
“Le parole con le quali – ha detto Lupo – il presidente dell’Ars Miccichè ha rinviato il voto sul bilancio della Regione, ci preoccupano. Ancora una volta il governo si muove con un’inquietante approssimazione”.
Si trovino risorse per la cenere
E il deputato regionale e segretario del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, ha puntato l’indice contro “La maggioranza di centrodestra” chiedendole di rinunciare “a qualcuna delle (tante) marchette inserite nella manovra finanziaria per trovare i soldi necessari a ristorare i Comuni che devono far fronte all’emergenza determinata dalla cenere vulcanica in seguito alle ripetute eruzioni dell’Etna”.
“A distanza di quasi un mese dal primo evento parossistico finalmente la Giunta Musumeci si è svegliata dal letargo” ha detto Barbagallo commentando la dichiarazione dello stato di crisi e la richiesta dello stato di emergenza per i Comuni etnei.