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Un’Ars lenta (e tesa) attende la Finanziaria

Un’Ars lenta (e tesa) attende la Finanziaria
Sala d’Ercole

Il Governo regionale punta a incardinare il testo il 4 novembre per tagliare il traguardo dell’approvazione entro la fine dell’anno. Nel frattempo poche sedute d’Aula, nessun ddl discusso e polemiche sulle assenze che bloccano i lavori

PALERMO – Ciò che ha caratterizzato i lavori parlamentari a Sala d’Ercole nelle ultime tre settimane è stato lo scontro, duro, sia durante che a margine dei lavori d’aula, tra il deputato Ismaele La Vardera e l’assessore alle Attività produttive Edy Tamajo. Dopo la débâcle della maggioranza alla prova della quarta variazione di bilancio, Sala d’Ercole ha tenuto soltanto due sedute con ordine del giorno dai contorni di un déjà vu. Tre convocazioni per giungere alle interrogazioni per la rubrica Attività produttive, due per discutere i debiti fuori bilancio, un disegno di legge – stralcio – per le aree a burocrazia semplificata e a legalità controllata che ormai compete con la grafica della carta intestata dell’Ars ma non viene mai discusso.

L’Ars concentrata sulla legge di stabilità

Tutto si sta concentrando su un solo testo, e l’aula viene tenuta in sospensione fino all’approdo di esso. Si tratta della legge di stabilità, che già alla prossima seduta del 4 novembre il governo vorrebbe si incardinasse per seguire il trend degli anni precedenti con una approvazione entro l’ultimo dell’anno. Due sole sedute dalla chiusura della variazione di bilancio il 9 ottobre, nessun disegno di legge discusso, tensioni in aula e fuori dall’aula, dubbi sul buon esito della finanziaria e frizioni che logorano buona parte delle attività parlamentari.

A Sala d’Ercole manca l’assessore che fa il bis di indisponibilità prima di partecipare, poi manca un qualsiasi esponente del governo per discutere i debiti fuori bilancio, dalla maggioranza intervengono deputati con fredde stilettate a una parte degli alleati, dall’opposizione volano stracci verso il governo che non partecipa ai lavori parlamentari. Carlo Auteri, l’ex deputato di Fratelli d’Italia passato con la Democrazia cristiana dopo un breve periodo al gruppo Misto, intervenendo nell’ultima seduta a Sala d’Ercole ha detto: “Molto tranquillamente e serenamente possiamo affermare che io, della Democrazia cristiana, l’onorevole Assenza (capogruppo di Fratelli d’Italia, nda) e altri colleghi, siamo in aula, siamo parlamentari di maggioranza, che il Governo non sia presente in Aula non è un problema nostro, ma noi siamo qua da stamattina”. Auteri rispondeva agli strali dell’opposizione che rimarcava l’assenza del governo puntando il dito contro la maggioranza.

Il giorno successivo Sala d’Ercole registra nuovamente l’indisponibilità del governo e la seduta d’aula salta ancora. Antonio De Luca, capogruppo del Movimento 5 stelle, ha così commentato la circostanza: “Anche oggi salta la seduta d’Aula perché nessuno tra gli assessori regionali si è reso disponibile a rispondere alle interrogazioni e alle interpellanze dei deputati. È l’ennesima conferma che per questo governo qualsiasi cosa viene prima del Parlamento siciliano, per il quale il rispetto e l’attenzione sono con praticamente nulli”.

L’opposizione lamenta il vuoto parlamentare della maggioranza

Presenze e assenze tra i primari azionisti della maggioranza non riguardano soltanto Sala d’Ercole. Già la settimana precedente il capogruppo del Partito democratico all’Ars, Michele Catanzaro, aveva denunciato: “Questa mattina la commissione Affari istituzionali non si è potuta riunire per mancanza del numero legale. Erano presenti i deputati dell’opposizione ma per la maggioranza c’erano solo i rappresentanti di Fratelli d’Italia”. Mentre l’opposizione lamenta il vuoto parlamentare della maggioranza, o parte di essa, che immobilizza l’attività legislativa, gli occhi sono tutti puntati sulla manovra finanziaria “espansiva” che secondo alcuni dovrebbe far riappacificare alcuni deputati di maggioranza con il governo e che secondo altri è destinata a dare l’ineludibile certezza al presidente della Regione Renato Schifani che la coalizione di centrodestra intende staccare prematuramente la spina al suo governo.

Intanto, a Palazzo d’Orleans non si fermano i lavori, anche sul piano politico con effetti sulla definizione della legge di stabilità. E se tra i due litiganti il terzo gode, tra i quattro litiganti Sud chiama Nord mette sul tavolo le proprie proposte in materia finanziaria. Il leader e fondatore di Sud chiama Nord, nonché capogruppo all’Ars Cateno De Luca, insieme ai deputati Giuseppe Lombardo e Matteo Sciotto e al coordinatore regionale Danilo Lo Giudice hanno incontrato mercoledì Renato Schifani. “Abbiamo voluto dare un contributo costruttivo – hanno dichiarato i deputati Cateno De Luca, Giuseppe Lombardo e Matteo Sciotto – presentando un centinaio di emendamenti che mirano a rafforzare il sistema degli enti locali, rilanciare l’economia reale e restituire dignità al governo dei territori”.

A novembre ci sarà quindi la prova definitiva della maggioranza

Le proposte, gli emendamenti, gli aut aut, continuano ad arrivare a Palazzo d’Orleans che nel frattempo pare abbia comunque definito la struttura portante della finanziaria. Restano però da definire molti aspetti degli interventi previsti dal governo e molte asperità da appianare per gli interventi che i gruppi e i singoli deputati vorranno inserire in manovra. A novembre ci sarà quindi la prova definitiva della maggioranza, dopo che il presidente Schifani ha rispedito al mittente le notizie di crisi di governo affermando che solo alla prossima votazione all’Ars si potrà valutare se la maggioranza ha una crepa oppure no.