“Si rinvii, ai sensi dell’articolo 101 del regolamento interno dell’Assemblea regionale, la discussione generale sui ddl di Bilancio e Finanziaria finché il presidente Schifani non verrà a riferire in aula sulla consistenza e destinazione delle risorse extra regionali disponili per fare la manovra che oggi rappresentano la quasi totalità delle disponibilità regionali da destinare alle spese per investimento e che noi non conosciamo”.
È questo il contenuto di una lettera che i rappresentanti delle opposizioni all’Ars, Antonio De Luca (M5S), Matteo Sciotto (Sud chiama Nord) e Michele Catanzaro (PD), hanno inviato al presidente dell’Assemblea regionale, Gaetano Galvagno, per chiedere la posticipazione dell’avvio dell’ultima tranche dei lavori sui due ddl attualmente in esame a palazzo dei Normanni.
Già durante la seduta della Bilancio “i componenti delle commissione – si legge nella lettera – non sono stati messi nelle condizioni di poter avere tutte le informazioni richieste durante l’iter dei lavori e necessarie per un esame compiuto e approfondito dei testi legislativi proposti dal governo… creando una vera e propria situazione di asimmetria informativa tra gli organi di Governo e i componenti della Commissione bilancio, a tutto discapito, come è facile da intuire, di quest’ultimi”
Alla base della richiesta di convocazione in aula di Schifani (che detiene la delega relativa alla programmazione delle risorse extra regionali) anche l’esigenza “di fare luce sulla questione delle somme destinate al ponte di Messina e cioè dei fondi Fsc impegnati o meglio ‘promessi’ sulla base però di nessun atto formale dell’esecutivo regionale e sulla proposta emendativa del Governo nazionale che sottrae oltre 1 miliardo e 800 milioni di euro di risorse dell’Fsc 2021-2027 destinati in origine ad interventi per investimento nella nostra regione”.
Da Schifani i rappresentanti delle opposizioni si aspettano “spiegazioni anche sull’incompatibilità della destinazione per il ponte dei fondi Fsc (sia dell’attuale ciclo di programmazione che di quello precedente) con gli strumenti di programmazione delle politiche da attuare (DEFR e NADEFR) approvati dall’Ars, fatto che “produce – scrivono i tre deputati – una evidente distonia tra quanto programmato, quanto sarà realizzato e quanto sarà autorizzato dal Parlamento con le approvande leggi regionali di stabilità e bilancio”.
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