Con una lettera inviata al premier Mario Draghi e alle ministre Elena Bonetti e Mariastella Gelmini, una trentina di donne siciliane – ex parlamentari, attiviste, rappresentanti di associazioni e movimenti civici, semplici cittadine – chiedono l’intervento del governo sollecitandolo a esercitare, a norma dell’art.120 comma 2 della Costituzione il potere sostitutivo nei confronti della Sicilia, per uniformare la legge elettorale regionale: la ‘vertenza’ riguarda la doppia preferenza di genere.
“La Sicilia, trincerandosi nella sua specialità, ha finora impedito l’introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana, in violazione degli articoli 3,51,117 della Costituzione e dell’articolo 3 dello stesso Statuto siciliano – sostengono le promotrici dell’iniziativa – Oggi solo un autorevole intervento da parte del governo nazionale può porre fine a questa palese discriminazione nei confronti delle donne siciliane”.
Per le firmatarie della lettera al premier “una messa in mora della Sicilia è tanto più necessaria dal momento che non sono state prese in considerazione la mobilitazione delle donne siciliane che hanno raccolto trasversalmente centinaia di firme su una petizione regionale, né le considerazioni e le richieste avanzate da numerose associazioni femminili nel corso delle audizioni in I commissione dell’Ars”.
“A novembre si svolgeranno le elezioni per il rinnovo dell’ Ars e alle donne siciliane verrà impedito, ancora una volta, la parità di accesso alle cariche elettive”, scrivono a Draghi.