Ars, torna in aula la Finanziaria delle liti nella maggioranza - QdS

Ars, torna in aula la Finanziaria delle liti nella maggioranza

Ars, torna in aula la Finanziaria delle liti nella maggioranza

mercoledì 17 Marzo 2021

Oggi riprende l'esame dopo lo scontro tra Miccichè, Armao e Musumeci, l'attacco di Fava e le critiche delle opposizioni. Il M5s, "Torni in Commissione". Il Pd, "mascherine a trattatativa privata"

Il bottino, ieri a tarda sera, era davvero misero: appena quattro articoli approvati su centoquaranta, (1, 3, 5 e 6) e una maggioranza che per due volte ha rischiato di andare sotto al voto segreto.

Con questo magro – e preoccupante – bilancio, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Micciché a rinviato a oggi l’esame di una Finanziaria che va avanti a passo di lumaca ed è caratterizzata da scontri in aula anche all’interno della stessa maggioranza e ai massimi livelli, soprattutto riguardo alle conseguenze che l’impugnativa del Consiglio dei Ministri sulle variazioni di bilancio 2020, se confermata dalla Corte Costituzionale, potrà avere sulla legge.

L’impugnativa e il “buco”

A scatenare l’Aula era stata la relazione degli uffici dell’Assemblea: da un lato affermava che la finanziaria si può tranquillamente affrontare, dall’altro evidenziava che un accoglimento della Suprema Corte dell’impugnativa del Governo nazionale avrebbe prodotto un “buco” di trentacinque milioni di euro sui conti della Regione.

Alla richiesta delle opposizioni di far tornare la manovra in Commissione Bilancio, Miccichè ha chiesto alla Giunta Regionale di “accantonare trentacinque milioni di euro con un emendamento”, con un’esplicita critica al vicepresidente della Regione e assessore all’Economia Gaetano Armao: “Se avessimo saputo prima di quest’impugnativa avremmo risolto il problema in commissione Bilancio, invece di dovermi arrampicare sugli specchi”.

Scontro Micciché-Armao-Musumeci

La dichiarazione di Micciché ha scatenato l’ira del governatore Nello Musumeci: “Lei non deve arrampicarsi sugli specchi perché potrebbe farsi male cadendo e cadiamo tutti noi”.

“Qui nessuno ha qualcosa da nascondere – ha aggiunto – stanno venendo a galla errori, e mi limito a questo, non ascrivibili a questo governo e a questa maggioranza. Stare qui allo spiedo non serve all’Istituzione e ai siciliani che aspettano risposte concrete: o la presidenza dell’Ars aderisce alla considerazione che fanno gli uffici dell’Ars e si va avanti o si faccia una conferenza dei capigruppo, ma non possiamo andare avanti fra le polemiche a chi la spara più alta e più grossa”.

Secca la replica di Miccichè: “Rispetto la posizione del presidente Musumeci, che in parte condivido” ma “Lo stiamo apprendendo oggi che c’è impugnativa, con la legge di stabilità già in aula”.

Fava smentisce Armao

Armao, costretto a difendersi, ha affermato in aula: “Non ho mai detto che il ricorso non ci fosse, ma che non era stato notificato fino al giorno dieci (la commissione Bilancio ha approvato la manovra prima, ndr).

Ma è stato smentito dall’intervento del presidente della Commissione Antimafia Claudio Fava, che ha contestato la ricostruzione di Armao affermando: “L’impugnativa del CdM è stata pubblicata sul portale il 26 febbraio e trasmessa alla Presidenza della Regione l’uno marzo: voglio che questo venga messo a verbale”.

Cento milioni “appostati”

Armao, intanto, sulla proposta di Miccichè di mettere in sicurezza la manovra accantonando trentacinque milioni, aveva risposto: “In bilancio sono appostati cento milioni di euro, ben oltre le sue più pessimistiche previsioni, spero siano solo previsioni”.

In un primo momento Miccichè aveva insistito: “E’ fin troppo evidente che ci troveremmo un buco”.

Poi però aveva dichiarato in aula di aver “verificato col presidente Musumeci e con il ragioniere generale della Regione che nel fondo accantonamento del bilancio c’è la possibilità di coprire eventuale maggiore disavanzo dovuto all’impugnativa” per cui, “avuti tutti i chiarimenti, do ufficialmente la partenza alla finanziaria”.

M5s, Finanziaria nel caos

“Finanziaria sempre più nel caos – ha commentato il capogruppo del M5S all’Ars, Giovanni Di Caro -, lavori a rilento, con appena quattro articoli approvati e intanto spuntano nuovi enormi buchi da coprire: la Giunta Musumeci dimostra di avere smarrito completamente la bussola, mentre continua a ignorare le grida di dolore di chi, come i ristoratori che oggi hanno protestato sotto al palazzo, sta scontando sulla propria pelle i contraccolpi della pandemia”.

“Gravissimo – ha aggiunto – il silenzio della Giunta sull’impugnativa sulle variazioni di bilancio, con l’Ars tenuta all’oscuro su questa fondamentale vicenda per quasi due settimane. E ora si scopre che se la norma dovesse essere dichiarata illegittima, ci sarebbero altri milioni da reperire, senza contare che siamo ancora in attesa della parifica della Corte dei Conti che potrebbe fare crescere ancora il disavanzo”.

“La legge – ha concluso – alla luce del nuovo buco, doveva tornare in commissione Bilancio, ma Miccichè ha fatto orecchie da mercante”.

Pd,”mascherine a trattativa privata”

E il Pd ha denunciato che “Inspiegabilmente con l’emendamento 5.12, proposto dal governo Musumeci, si prevede l’esclusione degli enti e delle aziende del servizio sanitario regionale dalla gestione centralizzata degli acquisti”.

Lo ha dichiarato il deputato e segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo bollando come “incomprensibile” il fatto che “proprio il settore sotto i riflettori della magistratura inquirente, quello degli acquisti per le aziende sanitarie e quindi anche mascherine guanti e dispositivi sanitari, venga escluso dalla gestione centralizzata e lasciato al sistema attuale che consente gare, garette e trattative private”.

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