ENNA – Nel rispetto di una consuetudine ormai consolidata, anche quest’anno il Dipartimento Salute mentale dell’Asp, diretto da Giuseppe Cuccì, e il Centro salute mentale di Nicosia, diretto da Carmela Murè, insieme agli ospiti del Centro di aggregazione gestito dalla Cooperativa sociale solidarietà Erbitense, hanno realizzato il presepe.
“Quest’anno – ha detto Carmela Muré – il simbolo del presepe è il personale sanitario, che già da due anni combatte instancabilmente la pandemia da Covid-19. Vuole essere un monito a vaccinarsi, perché solo così potremo camminare, insieme, verso il futuro. Un futuro che viene rappresentato, nel presepe, dalla presenza della gioia dei bimbi che giocano spensierati. Un presepe sempre diverso che riflette il momento storico che stiamo vivendo: quest’anno, a differenze degli anni passati, gli utenti si sono sperimentati nei personaggi in movimento”.
“Un grazie infinito – ha concluso – va a tutti gli utenti che, magistralmente guidati da Salvatore Tamburello, si sono fatti coinvolgere in questi anni in tutti i progetti proposti”.
Il presepe è stato inaugurato a Nicosia poco prima del Natale, all’interno della chiesa di Sant’Elena, dal direttore del Dipartimento Giuseppe Cuccì e dal sindaco di Nicosia Luigi Bonelli, nel rispetto delle norme anti-Covid. Inaugurate, sempre a Nicosia, altre due mostre in cui gli utenti, seguiti dalla Cooperativa Santa Maria dell’Assunta, hanno realizzato un albero di Natale con palle gioiello, e un’esposizione di personaggi in cartapesta realizzata dagli utenti del Centro il Ciliegio, gestito dalla Cooperativa Nikos.
Un altro presepe è stato poi inaugurato a Troina, sempre nell’ambito dei progetti Pal (Piani di azione locale per la Salute mentale). “Malgrado la pandemia – ha detto Giuseppe Cuccì – che ha determinato spesso rallentamenti nelle diverse attività, tutti gli utenti e gli operatori non si sono mai arresi e hanno realizzato le splendide opere che potranno essere ammirate da chiunque vorrà visitare le diverse mostre”.
“Tutti gli utenti – ha aggiunto – in questi mesi si sono lasciati coinvolgere in queste attività e tutti hanno partecipato con entusiasmo e curiosità, uscendo fuori dall’isolamento, aumentato dalla pandemia ed utilizzando l’auto-mutuo aiuto, offerto dalle attività di gruppo. Si può sicuramente affermare che, durante questa così tanto innovativa attività psichiatrica all’esterno dei servizi, i nostri utenti hanno tratto un notevole beneficio dalle attività riabilitative, per nulla medicalizzate, sia nella sperimentazione di nuove attività, sia nella prevenzione delle ricadute nella malattia, sia in una migliore compliance con gli operatori”.