Nell'edizione firmata da Ralph Rugoff, giunge a Venezia il relitto del grande naufragio nel Mediterraneo del 2015. E Christoph Büchel la muta in installazione per "smuovere le coscienze"
Le tragedie del mare, dei migranti finiti in fondo all’Adriatico, arrivano alla Biennale di Venezia.
Per “smuovere le coscienze”.
Alla 58/a Mostra d’Arte, firmata da Ralph Rugoff, campeggerà nel bacino dell’Arsenale l’inconfondibile sagoma blu del peschereccio libico inabissatosi il 18 aprile 2015 nel Canale di Sicilia, che fece settecento vittime.
E’ il simbolo delle morti in mare.
Partito dalla Sicilia tre giorni fa il relitto azzurro è giunto nel porto commerciale di Venezia, trasportato dalla motonave “Angelo B.”, che poi lo ha affidato a una chiatta, per condurlo nel bacino dell’ex fabbrica di navi della Serenissima.
Ora si chiama ‘Barca Nostra’, come l’ha ribattezzato l’artista svizzero Christoph Büchel, ideatore del progetto subito sposato dal curatore Rugoff.
Dopo il recupero a 350 metri di profondità, dal giugno 2016 il barcone si trovava al pontile Nato della Marina militare di Augusta, dove era stato trasportato dopo una complessa operazione disposta dalla presidenza del Consiglio, costata oltre 10 milioni di euro, e dove sono avvenuti la rimozione e il riconoscimento delle centinaia di salme ancora dentro lo scafo.
Impossibile per chi era sul molo A del Porto di Venezia non sentire un brivido quando la prua blu, ammaccata e arrugginita, si è fatta avanti, fino a mostrare la sagoma del barcone della morte, vista tante volte nei filmati che documentarono il recupero.
“Lontana da distrazioni, lontana dal chiasso, invita solo a un grande silenzio e alla riflessione” ha detto Paolo Baratta, presidente della Biennale.
“Barca Nostra – ha aggiunto Baratta -, è parte integrante della Biennale d’Arte 2019, ed è stata voluta per smuovere le coscienze”.
Il relitto sarà collocato nel bacino dell’Arsenale, all’altezza di una grande gru metallica ottocentesca.
Poche settimane fa il ministero della Difesa aveva deciso di concedere il natante alla città di Augusta per realizzare il “Giardino della memoria”, proposto dal Comitato 18 Aprile, movimento spontaneo nato per ricordare la tragedia.
Al termine della Biennale di Venezia – che si chiuderà il 24 novembre – il relitto verrà riportato ad Augusta, e sarà collocato nel Giardino, monumento collettivo al dramma delle migrazioni.
“Ci auguriamo che tanti, ora e nei mesi a venire – ha commentato il Comitato 18 Aprile – comprenderanno l’importanza del barcone in ragione di ciò che esso rappresenta per i migranti e le genti che hanno vissuto questa esperienza”.
