Scade il 31 gennaio il termine di partecipazione al bando che punta ad affidare il servizio di ausiliariato nelle strutture comunali per i prossimi due anni
Il 2025 a Catania dovrà essere l’anno del potenziamento degli asili nido. A credere raggiungibile questo obiettivo è la giunta Trantino, una prospettiva che si riflette anche all’interno del capitolato per la nuova gara d’appalto con cui Palazzo degli Elefanti affiderà il servizio di ausiliariato nelle strutture comunali rivolte ai bambini di età compresa fra i tre mesi e i tre anni.
Nuovi asili in più parti della città di Catania
All’origine delle intenzioni dell’amministrazione c’è l’esigenza di migliorare i servizi alle famiglie, soprattutto in favore delle donne lavoratrici, ma anche gli appalti aggiudicati nei mesi scorsi per la realizzazione di nuovi asili in più parti della città. I termini per presentare le buste per partecipare alla procedura per il servizio di ausiliariato – durata due anni, più la possibilità di concedere una proroga di dodici mesi – scadranno il 31 gennaio.
La gara vale oltre 7,8 milioni di euro e verrà aggiudicata con il criterio dell’offerta più vantaggiosa, in cui il ribasso economico inciderà soltanto in minima parte – dieci punti sui cento a disposizione – nell’individuazione del punteggio. Il resto dipenderà dalla proposta progettuale riguardante l’organizzazione del servizio, compresa la ripartizione dei carichi del lavoro, la gestione del servizio mensa e la qualità degli alimenti che verranno utilizzati, la gestione del personale ma anche le iniziative in campo pedagogico e l’eventuale istituzione dell’insegnamento della lingua inglese.
Il personale che dovrà essere messo a disposizione per il 2025 è di 33 educatori, 11 cuochi, 54 ausiliari, un pedagogista e due manutentori, mentre per il 2026 dovrebbe aumentare portando a 44 il numero di educatori, a 14 quello dei cuochi e 66 gli ausiliari. Il motivo di questa previsione sta nella futura apertura di nuove strutture. “Nel corso dei prossimi mesi (fine 2025 e metà del 2026) – si legge nella relazione tecnica allegata agli atti della gara d’appalto – è prevista l’apertura di nuovi asili allo stato in corso di costruzione o per i quali le procedure di affidamento sono già state avviate con lavori di manutenzione straordinaria e adeguamento funzionale di immobili nell’ambito del Pnrr”.
Dove apriranno i nuovi asili nido
Nello specifico i primi due plessi che dovrebbero aprire saranno quelli di via Rosselli e via Montenero, per poi nel 2026 inaugurare gli asili nido di via Zurria, via Borrello, via Zia Lisa e dello Stradale San Giorgio. Nell’immediatezza si potrà contare sulle attuali undici strutture situate in via Acquicella Porto, via Carlo Forlanini, via Calipso, via Narciso, via Galermo, via Acquicella, via Pitagora, via San Giovanni Galermo, via del Nespolo, Villaggio Sant’Agata e viale Tirreno. In totale al momento la capienza è di 624 bambini, divisi 60 per dieci plessi e 24 nell’undicesimo.
Oltre all’aumento dell’offerta, la decisione di indire una gara d’appalto che prevede per la seconda annualità una crescita del personale da mettere a disposizione poggia anche su altri due fattori. “L’età media delle educatrice comunali è notevolmente alta (oltre 60 anni) e negli ultimi due anni 2023 si è già registrato un numero già rilevante di pensionamenti che continuerà a verificarsi per il periodo di svolgimento del prossimo appalto”, si legge nella relazione. A ciò si aggiunge la “volontà dell’amministrazione comunale di ripristinare l’apertura pomeridiana del servizio, dopo la sospensione determinatasi nel periodo della pandemia per Covid”.
A riguardo gli uffici comunali hanno cercato di sondare il terreno sulle richieste delle famiglie. “All’apertura degli asili dopo la pausa estiva – si legge – si è proceduto a somministrare alle famiglie un questionario di customer satisfaction in cui, tra l’altro, si chiedeva la manifestazione di interesse al tempo prolungato. I risultati non sono stati univoci e certi. L’amministrazione comunale, alla luce di questi dati, pertanto, si trova – prosegue la relazione – da un lato nella necessità di non rendere un servizio antieconomico, attivando ad esempio il turno pomeridiano con la presenza di solo un bambino e, dall’altro ampliare l’offerta venendo incontro alle esigenze dell’utenza ed in particolare delle madri lavoratrici”.
L’istituto del quinto d’obbligo
Per ovviare a questa indeterminatezza si è deciso così di avvalersi dell’istituto del quinto d’obbligo. A consentirlo è il codice dei contratti. Per il Comune di Catania, nel caso della gara del servizio di ausiliariato, si tratta non solo di una previsione astratta “ma come una concreta possibilità per adattare l’oggetto del contratto alle esigenze sopravvenute”. Cosa si intende per quinto d’obbligo è spiegato nel capitolato d’appalto: “L’amministrazione comunale, qualora in corso di esecuzione si renda necessario una variazione delle prestazioni fino a concorrenza del quinto dell’importo del contratto, può imporre all’appaltatore l’esecuzione alle stesse condizioni previste nel contratto originario”.
Come previsto dalla normativa, tra le documentazioni che le imprese e le cooperative interessate alla gara sono tenute a presentare per partecipare c’è anche la dichiarazione antipedofilia, introdotta in Italia dal 2014 in attuazione di una direttiva europea, con l’obiettivo di contrastare l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori nonché la pornografia minorile. “L’appaltatore è obbligato a garantire che tutte le persone impiegate per lo svolgimento delle attività oggetto dell’appalto e che comportano un contatto diretto o regolare con minori siano in possesso del certificato antipedofilia, come previsto dalla normativa vigente”, viene chiarito.