Asp Caltanissetta, anestesisti "minacciano" dimissioni di massa

Asp Caltanissetta, anestesisti “minacciano” dimissioni di massa

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Asp Caltanissetta, anestesisti “minacciano” dimissioni di massa

Redazione  |
martedì 13 Dicembre 2022

La rappresentante sindacale Tiziana Caramia sottolinea che "da gennaio 2023 rimarranno solo 10 anestesisti rianimatori a garantire le urgenze e la terapia intensiva"

La segreteria aziendale Aaroi-Emac, l’associazione che rappresenta gli anestesisti rianimatori italiani, denuncia la grave carenza di medici specialisti in anestesia e rianimazione nei presidi ospedalieri dell’Asp 2. In particolare gli anestesisti del distretto Cl1 sono sottoposti a condizioni di pressione lavorativa non contemplabili nel contratto nazionale di dirigenza medica. La rappresentante sindacale Tiziana Caramia sottolinea che “da gennaio 2023 rimarranno solo 10 anestesisti rianimatori a garantire le urgenze e la terapia intensiva nei presidi ospedalieri di Mussomeli e Caltanissetta. Fino ad oggi abbiamo agito, derogando ai nostri diritti contrattuali, nell’esclusivo interesse della tutela della salute dei cittadini della provincia e non solo: il prresidio ospedaliero Sant’Elia è sede di attività specialistiche medico-chirurgiche di alta complessità e di riferimento per l’intero bacino delle province di Caltanissetta, Enna ed Agrigento (Neurochirurgia, Chirurgia Vascolare, Emodinamica, Gastroenterologia, Stroke Unit a cui a breve si aggiungerà la neuroradiologia interventistica ecc.)”.

L’organizzazione sindacale ha ripetutamente sollecitato la direzione strategica sui rischi per la popolazione legati al drammatico sotto-organico. “Abbiamo inoltre informato il Prefetto di Caltanissetta e i sindaci di Caltanissetta e Mussomeli. Ad oggi – afferma la segretaria aziendale – non abbiamo ricevuto alcuna risposta, né un segnale di preoccupazione. Nell’assordante silenzio solo la voce della consigliera di opposizione Avvocato Annalisa Petitto ha colto la gravità del problema. Ove il nostro grido di aiuto rimanesse inascoltato, dopo anni di lavoro in condizioni intollerabili, lo spirito di servizio e di abnegazione degli anestesisti rianimatori potrebbe indirizzarsi, più ragionevolmente, verso la tutela del proprio stato di benessere fisico, psichico e sociale: in altre parole siamo sulla soglia di una dimissione di massa”. 

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