L’exit strategy per neutralizzare i malumori che continuano a scorrere tra i partiti di maggioranza alla Regione, con le pressioni di Fratelli d’Italia affinché Schifani trovi il modo per spostare, dal dipartimento Pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute, il potente dirigente Salvatore Iacolino – fresco di riconferma – rischia di andarsi a incagliare.
Da giorni si è fatta la strada la possibilità di offrire a Iacolino la poltrona di manager dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo. Una condizione che potrebbe risultare sufficiente – se si considera che in ballo c’è l’Asp più grande dell’isola – a convincere il dirigente a lasciare il posto in assessorato aiutando così a ricucire i rapporti tra Schifani e i suoi principali alleati nel governo.
A inceppare tutto potrebbe però essere una legge in vigore dal 2013.
La riconferma di Iacolino e la proposta di FdI, il nodo cruciale
Per Fratelli d’Italia e quanti in questi ultimi anni hanno avuto da ridire sull’operato del dirigente generale, con un passato da eurodeputato, il bandolo della matassa sta all’interno del dipartimento Pianificazione strategica. Si tratta del ramo dell’Assessorato regionale alla Salute che funge da struttura tecnico-amministrativa di riferimento per la programmazione e il governo complessivo del servizio sanitario regionale, con competenze che vanno dalla programmazione sanitaria alla verifica dei piani attuativi aziendali e al monitoraggio dei risultati conseguiti, passando per la predisposizione e le verifiche che concernono il raggiungimento degli obiettivi dei direttori generali delle Aziende sanitarie.
Iacolino è il vertice burocratico di una serie di importanti attività legate alla gestione della sanità in Sicilia.
Tra i compiti del dipartimento, infatti, c’è anche la programmazione e l’assegnazione delle risorse del Fondo sanitario regionale, i controlli sulle spese effettuate dalle singole Aziende e poi ancora la ripartizione provinciale dei tetti di spesa per le strutture convenzionate così come la definizione dei budget delle strutture a gestione diretta regionale.
L’effetto domino
Convincere Iacolino a prendere in mano il timone dell’Asp di Palermo significherebbe per il governo dare il “la” a un effetto domino che potrebbe mettere in gioco anche altre caselle in giro per la Sicilia.
Il primo a dover trovare una nuova collocazione è Alberto Firenze, designato, appena a inizio ottobre, proprio per ricoprire il ruolo di dirigente generale all’Asp palermitana. Nel caso in cui venisse sostituito da Iacolino – la nomina di Firenze è formalmente ancora al vaglio della commissione Affari istituzionali all’Ars, chiamata a dare un parere non vincolante sulle nomine – per lui si potrebbe aprire la possibilità di andare al Policlinico di Messina, dove attualmente si trova Giulio Santonocito, la cui designazione è stata a suo tempo caldeggiata dalla Lega. Santonocito, secondo i rumor interni alla sanità regionale, potrebbe essere l’uomo indicato a prendere il posto al Policlinico di Catania di Gaetano Sirna, prossimo alla pensione.
Il decreto legislativo
A ingarbugliare i piani di tutti, a partire da quelli di Schifani, potrebbe però essere il decreto legislativo il decreto legislativo 39 del 2013. Si tratta del decreto con cui il Governo ha risposto alla delega prevista nel 2012 dal parlamento con la legge Anticorruzione. Disciplina in particolare i casi di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e gli enti privati in controllo pubblico.
Il comma 4 dell’articolo 8 del decreto legislativo prevede che “gli incarichi di direttore generale, direttore sanitario e direttore amministrativo nelle aziende sanitarie locali non possono essere conferiti a coloro che nei tre anni precedenti abbiano fatto parte della giunta o del consiglio della regione interessata ovvero abbiano ricoperto la carica di amministratore di ente pubblico o ente di diritto privato in controllo pubblico regionale che svolga funzioni di controllo, vigilanza o finanziamento del servizio sanitario regionale”.
A microfoni spenti, c’è chi sottolinea come l’eventuale passaggio di Iacolino dal vertice del dipartimento Pianificazione strategica a quello dell’Asp di Palermo finirebbe, stando ai tempi in cui lo stesso avverrebbe, per ricadere nel caso espressamente vietato dalla normativa.
Bisognerà adesso capire se Schifani e il resto del Governo la penseranno alla stessa maniera.
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