Aspettando Godot - QdS

Aspettando Godot

Pino Grimaldi

Aspettando Godot

sabato 15 Gennaio 2022

Lo scriveva nel 1948 Samuel Becket, in francese, lasciando per la assurdità del tema della commedia la critica letteraria perplessa. Si dovette attendere fino al testo riscritto in inglese nel 1953 per interrogarsi sul valore dell’opera teatrale che era stata accolta bene dal pubblico sia pur con giudizi opinabili e diversi nelle varie parti del mondo. Era nata la filosofia della”attesa”.

Una dinamica psicologica dell’essere umano – ma presente nel mondo animale per sopravvivere- che la globalizzazione – all’epoca faceva i primi passi – avrebbe convertito in indissolubile modalità per superare il “se stesso” sia attuandola sia scartandola: ma comunque parte dell’Io e del suo vivere.
L’attesa in se è di aiuto perché consente di valutare, programmare, selezionare ciò che si ha in mente, per difendersi od attaccare con il fine ultimo di vincere; ed ha “valore” se ha un tempo ed un limite.
Diviene”disvalore” se porta alla incapacità di decidere per paura di sbagliare l’atto da compiere o l’idea da esprimere con tendenza ad incartarsi nella atimia e nella abulia: ambedue patologiche. Basta guardare a ciò che accade oggi per averne contezza.

In Usa un presidente democratico contestato dal suo avversario per “avergli rubato le elezioni” anziché risolvere dantescamente – non ti curar …ma guarda e passa” si butta nella mischia con discorsi che un capo di stato ufficialmente non deve fare su fatti che lo riguardino. Ed avvelena i pozzi della distensione di una nazione che di fatto é divisa perfettamente in due: non rendendosi conto che sta favorendo l’avversario con rischio per la Nazione di vederlo nelle elezioni di mezzo termine vincere ed avere la maggioranza in parlamento, bastandogli solo un paio di seggi, e concorrere per la presidenza con carte in regola nel 2024.
In Francia il presidente della Repubblica che usa espressioni volgari contro il popolo dei no vax dicendo che esso gli sta “rompendo le palle” suscita disgusto nel suo elettorato. E ciò quasi alla vigilia delle elezioni ora veramente – e non solo per questo – in forse per lui che addirittura a Merkel in pensione riteneva dover essere il maker politico europeo.

Nel Regno Unito dove una Regina che batte ogni record di costanza, attenzione ed amore per il suo popolo si vede umiliata dal suo figlio prediletto e da una nuora, che all’inizio le suonava bene, per atti e dichiarazioni da essi fatte che gettano un’ombra sulla sua famiglia rendendole più gravosi ed umilianti gli ultimi anni della sua lunga vita.

In Italia ove – ed è sempre carenza nella intelligenza di usare la “attesa” – una politica inconcludente di alcuni leader sta portando il Parlamento ad eleggere, chissà come e chissà chi, il Presidente della Repubblica ma, soprattutto, a compromettere l’ultimo anno di una legislatura che se non governata bene ed in armonia fa rischiare il paese sul piano economico, culturale e sanitario. Follia collettiva da riapertura dei manicomi
Attendere Godot è cosa buona e giusta.
Ma se non arriva nei tempi previstisi si torni a casa.
Sempre.

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