Trentaquattro persone sono state identificate e denunciate dai poliziotti di Torino per aver partecipato ieri all’irruzione nella redazione de La Stampa. “Un centinaio di violenti, staccati dal corteo a sostegno della Palestina libera, ha fatto irruzione nella sede del quotidiano imbrattando pareti e rovesciando documenti e materiale sulle scrivanie”, scrive il quotidiano torinese.
Assalto a La Stampa, solidarietà e condanna bipartisan da istituzioni e politica piemontese
Solidarietà unanime e bipartisan delle istituzioni e della politica piemontese al quotidiano La Stampa a seguito dell’assalto subìto ieri da alcuni manifestanti pro palestinesi che, staccatisi dal corteo promosso in occasione dello sciopero generale, hanno fatto irruzione all’interno della redazione.
“Quanto accaduto alla redazione de La Stampa di Torino è inaccettabile – osserva il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – ancora una volta c’è chi confonde il diritto al dissenso e all’espressione delle proprie idee con la violenza, gli attacchi e la devastazione. Atti che sono particolarmente odiosi quando hanno come obiettivo l’informazione, che è per tutti baluardo di libertà e democrazia” .
“L’intrusione e i danneggiamenti che si sono verificati sono inaccettabili e ci auguriamo che i colpevoli vengano al più presto individuati e perseguiti dalle forze dell’ordine – aggiunge il sindaco, Stefano Lo Russo – quanto è accaduto non ha nulla a che vedere con il diritto a manifestare pacificamente le proprie idee ed è ancora più grave perché colpisce un simbolo del diritto alla libera informazione, che è uno dei pilastri della nostra democrazia. Episodi simili nella nostra città non possono essere tollerati”. Per il Pd piemontese “manifestare le proprie opinioni è un diritto costituzionalmente garantito ma non può e non deve tradursi mai in comportamenti violenti o danneggiamenti che calpestano i diritti altrui o, tantomeno, tentano di mettere a tacere i giornalisti”.
Vicinanza “alla redazione de La Stampa di Torino, colpita oggi da un atto grave e inaccettabile”, anche da Avs che aggiunge: “difendere chi fa informazione significa difendere la libertà di tutte e tutti”.
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