PALERMO – Con la regia politica del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, che aperti i lavori d’aula ha sospeso la seduta per una conferenza di capigruppo prima di lasciare la presidenza a Luisa Lantieri, Sala d’Ercole ha trovato la sintesi per il disegno di legge in materia di sanità che nell’ultima seduta aveva toccato livelli di incongruenza parlamentare elevati. Nella puntata precedente era stato approvato l’intero articolato, norma dopo norma, ma era stata rinviata la votazione finale per mancanza del numero legale. Pur contando un numero di deputati utile, in aula, i tesserini dei parlamentari di parte della maggioranza erano stati disinseriti dai lettori sui banchi. Dopo due settimane, ieri, Sala d’Ercole ha posto in votazione il ddl con richiesta appoggiata di voto segreto. Nove deputati hanno sostenuto la richiesta e la votazione ha visto finalmente varare la nuova legge regionale. Sui 55 parlamentari presenti hanno votato in 48 e il ddl sanità è stato approvato da 27 deputati a discapito dei 21 contrari.
Più soldi dalle Asp per i disabili psichici
“Con il voto favorevole dell’aula al ddl stralcio sulla sanità è finalmente ufficiale l’aumento del 10% del budget di salute destinato dalle Asp ai disabili psichici”, ha affermato subito dopo la chiusura della votazione il capogruppo dei Cinquestelle all’Ars Antonio De Luca. “È una grossa conquista per tante famiglie – prosegue De Luca – che potranno contare su maggiori risorse per far curare i propri cari con disagio psichico grazie a progetti terapeutici individualizzati finalizzati all’inclusione sociale”. Il disegno di legge conteneva anche un’altra norma firmata M5s: l’obbligo per l’assessore alla Salute di presentare annualmente alla commissione sanità dell’Ars una relazione sullo stato e sulle modalità di spesa dei budget di salute da parte delle Asp siciliane. Antonio De Luca esprime grande soddisfazione per l’approvazione, ma ricordando che l’istituzione del budget di salute in Sicilia esiste per merito di un emendamento pentastellato sottolinea che “è ancora lunga la strada da percorrere per dare alle famiglie le tantissime risposte che attendono da anni. Bisogna, inoltre, sollecitare l’applicazione delle norme esistenti, spesso disattese”.
Assunzione di medici non obiettori
Di diverso tono è il commento a caldo del capogruppo del Partito democratico all’Ars Michele Catanzaro, che punta il dito sul modo in cui a Sala d’Ercole è stato approvato il disegno di legge. “Il voto segreto sul disegno di legge Pd che punta al potenziamento delle strutture sanitarie con l’assunzione di medici non obiettori ha mostrato in modo lampante tutte le crepe di una maggioranza ormai spaccata. Una debolezza che non può essere liquidata come un semplice incidente parlamentare, ma rappresenta un importante segnale politico”. Così il capogruppo Pd all’Ars Michele Catanzaro. “Dietro il paravento del voto segreto, – aggiunge – una parte della maggioranza ha scelto di smarcarsi appoggiando la bontà della proposta Pd: la maggioranza si trincera dietro voto segreto per dire sì alla nostra proposta”. Il riferimento è al pomo della discordia che ha visto in precedente seduta voto segreto e poi il ritiro del numero legale.
“Il ddl appena approvato – spiega il capogruppo dem – rappresenta una grande occasione per garantire il diritto fondamentale delle donne ad accedere, senza ostacoli, ai servizi previsti dalla legge. Il testo punta a rafforzare l’organizzazione delle strutture sanitarie senza ledere alcun diritto individuale. Sarebbe stato inaccettabile se logiche ideologiche e calcoli elettorali avessero avuto il sopravvento sul buon senso e sulla tutela della salute pubblica”.
L’aula ha incardinato anche i disegni di legge “Liberi di scegliere”, di cui si parla da parecchio tra un rinvio e l’altro, il ddl sulle violenze ai danni degli arbitri e la legge voto sull’istituzione della giornata nazionale antiracket che il presidente della Commissione antimafia siciliana Antonello Cracolici ha spiegato essere stata pensata il 10 gennaio. La data è quella in cui l’imprenditore palermitano Libero Grassi, ucciso per aver detto No al pizzo, aveva scritto una lettera aperta ai suoi estorsori. Come previsto tra le stanze di Palazzo dei Normanni, il disegno di legge sulla riforma degli Enti locali – o quel che ne rimane in questo stralcio – slitterà ancora per dare la precedenza ai due ddl di Palazzo d’Orleans: la variazione di bilancio urgente da oltre 70 milioni (inizialmente poco meno di 50 milioni) ed il ddl sulla cosiddetta “super Zes”.
Questi saranno i prossimi gravi banchi di prova per il governo della Regione Siciliana ed il reagente, se fosse una formula chimica, sarà il maxiemendamento governativo con cui dal governo verranno inserite in “manovrina” le istanze del parlamento senza ulteriori possibilità emendative all’Ars. I disegni di legge incardinati ieri sono quindi dei teorici lavori facili per l’aula, che conta – secondo la presidenza – di liquidare i tre testi prima del 3 giugno. Il primo martedì del prossimo mese infatti si darà il via alla discussione generale della variazione di bilancio urgente. Poi, appeso alle sorti della manovrina, farà il suo ingresso in Sala d’Ercole la Super Zes per una approvazione o una severa bocciatura da parte della stessa maggioranza di governo.

