CATANIA – Gli italiani stentano a stipulare polizze per la casa. Solo il 34,2% delle abitazioni risulta, infatti, coperta da un’assicurazione e nel 40% dei casi chi ha un contratto assicurativo ha anche in corso un mutuo e in questo caso si tratta più di una scelta obbligatoria in quanto l’accensione di un finanziamento bancario comporta di fatto anche la registrazione di una copertura contro incendio e scoppio. Questo è quanto emerge da uno studio condotto da Swg per Zurich, la nota compagnia assicurativa.
Il dato che più risalta all’occhio è quello che evidenzia una forte differenza a livello territoriale. Al Nord, infatti, il 55,2% delle case risulta assicurata, la quota scende nel Centro Italia, dove si registra un dato vicino al 30,4 % e precipita invece nel Mezzogiorno, dove gli immobili dotati di polizza si fermano al 22,4%. A livello regionale la percentuale più alta la troviamo in Trentino (62%), mentre quella più bassa in Sicilia (1,9%).
Swg ha indagato anche in quelle che sono paure più frequenti negli italiani. Il caso che toglie di più il sonno agli italiani è quello legato ai furti (54% dei casi per i proprietari di prima abitazione, 32,4% per chi ha una seconda casa) tallonato dal rischio di intrusione (rispettivamente 50% e 22,6% per prima e seconda casa). Seguono incendi (29,1% e 6,2%), allagamento a causa dello scoppio di una tubatura (28,9% e 32,4%), fughe di gas (28,9% e 7,1%) e danni elettrici (24% e 22,7%).
Attualmente l’80% delle polizze in corso mette in sicurezza dai danni ai beni e nel 75% è compresa la responsabilità civile verso terzi, mentre in meno della metà dei casi viene stipulato una polizza contro il rischio furti.
Per la metà degli intervistati il motivo dell’assenza di una polizza è l’eccessivo costo da sostenere. Il report sottolinea come, tra questi cittadini, la percezione del prezzo mediamente, sia di 500 euro, rispetto a costi reali che si attestano a meno della metà di questa cifra. Nel 28,1% dei casi invece la rinuncia è dovuta alla poca fiducia nelle compagnie e il 16% non ritiene che sia utile.
Per quanto concerne le polizze antisismiche la scarsa percezione del rischio di eventi naturali catastrofici comporta che gli immobili residenziali coperti siano meno di mezzo milione (il 5% dei 10 milioni circa di polizze stipulate), su un totale di 35 milioni di edifici. Nonostante Il 91% dei comuni italiani, infatti, risulti a rischio idrogeologico, e malgrado i recenti terremoti che hanno colpito fino a poco tempo alcune zone del Paese, l’83% degli italiani è convinto di non correre rischi in tal senso.
In tema di dispositivi per proteggere i propri beni, secondo Swg al primo posto si collocano i sensori antiintrusione, presenti in un terzo delle prime abitazioni e quasi in un quarto delle case di villeggiatura. Subito dopo ci sono i rilevatori per lo sbalzo della tensione elettrica.
Presente, ma poco utilizzata, invece, la videosorveglianza: il monitoraggio dell’esterno (per le prime case) si attesta al 18,8% dei casi, la quota scende invece per quelle interne, 16,5%. Per le seconde abitazioni si scende poi al 13,4 e al 12,3%.
In calo, infine, la presenza di rilevatori di gas, (18,1% prime case, 13,4% seconde), di fumo (12% sia per le prime che per le seconde case) e per i sensori antiallagamento (6,4% nelle prime case, e 9,4% nelle seconde).