Cartabellotta, Gimbe: "In questa fase di bassa circolazione virale, i vaccini a mRNA dovrebbero essere riservati alle fasce più giovani, destinando agli over 50 quelli a vettore adenovirale".
“Nell’attuale quadro
epidemiologico italiano, per le persone di età inferiore a 50 anni i rischi
dei vaccini a vettore virale superano i benefici“, quindi “in
questa fase di bassa circolazione virale, i vaccini a mRNA dovrebbero essere
riservati alle fasce più giovani, destinando agli over 50 quelli a vettore
adenovirale”.
A spiegarlo, riguardo alle recenti
polemiche sugli open day per i giovani e i rari effetti avversi associati al
vaccino AstraZeneca, è il presidente della Fondazione Gimbe Nino
Cartabellotta, che, nel nuovo monitoraggio settimanale sottolinea: “è
da valutare la possibilità di controindicarne l’uso negli under 30 ed è
indispensabile migliorare l’informazione su rischi-benefici con un consenso
informato più dettagliato per gli under 50”.
Il profilo beneficio-rischio del vaccino, infatti, si modifica in relazione
alla circolazione del virus, perché, come si evince dal documento pubblicato il
23 aprile dall’Agenzia Europea dei Medicinali, il rischio di sviluppare
trombosi associata a piastrinopenia aumenta al diminuire dell’età. Ciò
significa, si legge nella nota Gimbe, “che nei soggetti più giovani, già a
minor rischio di Covid-19 severa, in condizioni di bassa circolazione virale
”incidenza di effetti avversi, seppur molto bassa, supera i potenziali
benefici del vaccino nel prevenire ospedalizzazione, ricovero in terapia
intensiva o decesso”.
A fronte delle indicazioni del
Ministero della Salute, che già dal 7 aprile raccomandava AstraZeneca
preferenzialmente per gli over 60, “è anacronistico – precisa
Cartabellotta – che nelle ultime 3 settimane, su un totale di 1.4 milioni di
dosi di vaccini a vettore adenovirale, il 33,1% (473.578) siano state
somministrate a under 50 e l’11% (158.156) nella fascia 18-29”.
Pertanto, conclude, “se da un lato non bisogna rallentare il ritmo della
campagna è indispensabile massimizzarne i benefici e minimizzarne i rischi,
evitando di compromettere definitivamente la fiducia per i vaccini a vettore
virale, AstraZeneca e Johnson&Johnson”.