Lo rileva l'Aifa in un documento di approfondimento sulle complicanze tromboemboliche post-vaccinazione con i vaccini AstraZeneca e J&J
Con il vaccino anti-Covid di AstraZeneca, Vaxzevria, “non si può escludere che un soggetto che non abbia sviluppato la rara reazione coinvolgente le piastrine con la prima dose, non possa farlo con la seconda”.
Lo rileva l’Aifa in un documento di approfondimento sulle complicanze tromboemboliche post-vaccinazione con i vaccini AstraZeneca e J&J. Al 12 maggio si segnalano in Gb 15 casi di trombosi atipiche con piastrinopenia su circa 9 milioni di seconde dosi Vaxzevria somministrate, dunque un fenomeno “molto raro”.
Non sono disponibili al momento informazioni sull’età e sesso di questi ultimi casi.
La “sicurezza della somministrazione di Vaxzevria nei soggetti di età inferiore a 60 anni rimane un tema ancora aperto, e sul quale vi sono margini di incertezza”.
Nonostante queste incertezze, il Gruppo di Lavoro Emostasi e Trombosi dell’Aifa ritiene che il completamento della schedula vaccinale con la seconda dose di Vaxzevria negli under-60 che ne abbiano già assunto la prima dose “rappresenti la strategia di contrasto alla diffusione del virus SarsCoV2 che garantisce il migliore livello di protezione”. Così l’Aifa in un documento sulle complicanze tromboemboliche post-vaccinazione con i vaccini AstraZeneca e J&J.