Dalla minaccia alla triste realtà: pare che Vice Society, la gang di hacker che ha rivendicato l'attacco al Comune di Palermo, abbia pubblicato dei dati sensibili rubati.
L’attacco hacker al Comune di Palermo, che dallo scorso 2 giugno ha bloccato temporaneamente il sito web dell’Amministrazione, pare finalmente risolto. Almeno in parte. Il sito web è recentemente tornato in funzione, ma purtroppo sembra che il gruppo di hacker responsabili dell’attacco, la banda Vice Society, abbia pubblicato sul dark web i dati rubati al Comune di Palermo.
Una notizia terribile per l’Amministrazione, che dovrà occuparsi presto di questo nuovo problema in un momento estremamente delicato come quello delle elezioni amministrative.
L’attacco hacker al Comune di Palermo e la pubblicazione dei dati rubati
Lo scorso 2 giugno degli hacker avevano avuto accesso al sistema informatico del Comune di Palermo. L’attacco aveva causato un blocco temporaneo del sito web e delle riprese dei sistemi di videosorveglianza degli uffici comunali.
Naturalmente l’episodio ha generato un blocco temporaneo della macchina amministrativa del capoluogo regionale, prima del ripristino del sito web avvenuto nelle scorse ore.
L’attacco è stato rivendicato pochi giorni fa da Vice Society, una banda di hacker, che avrebbe chiesto un riscatto al Comune di Palermo minacciando di pubblicare online dei file con dati sensibili di dipendenti e utenti. Sembra che, purtroppo, la minaccia si sia trasformata in realtà nelle scorse ore.
Tuttavia, secondo le prime indiscrezioni, al momento solo una parte dei dati rubati sarebbe online. Questo però non vuol dire che il resto dei dati sia al sicuro. Anzi, sembra che il gruppo di hacker intenda procedere alla pubblicazione integrale di ciò che ha rubato.
Quali dati sono stati pubblicati
Quali dei dati rubati al Comune di Palermo sono stati pubblicati? I dati sono tanti e pare siano accessibili senza alcuna registrazione o password. Tra questi dati, oltre a informazioni di pubblico dominio, ci sarebbero:
- Carte d’identità e numeri di telefono di dipendenti Sispi;
- Passaporti;
- Archivi mail;
- Informazioni sensibili su addetti al Comune;
- Ordinanze;
- Informazioni su contenziosi, stipendi, tasse e pagamenti vari;
- Multe pagate da cittadini (con i dati sensibili rubati dagli hacker);
- Schede di valutazione di ausiliari Amat;
- Verbali.
Non è ancora chiaro come si procederà nei confronti degli utenti coinvolti. Sul caso sono in corso le indagini del pool antiterrorismo della Procura palermitana.