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Attirare investimenti e sbloccare opportunità

Proposta la procedura d’infrazione

La lettera di avviso con cui la Commissione europea intende proporre all’Ecofin di aprire una procedura di infrazione per debito eccessivo del nostro Paese, non ha creato allarmi, per il momento, nel mercato. Infatti lo spread si è mantenuto intorno ai 270 punti.
Tuttavia, il responso che uscirà dallo stesso organismo il prossimo 9 luglio potrebbe far virare al peggio la sensazione dei mercati in ordine alla situazione finanziaria dell’Italia. Se lo stesso Ecofin dovesse approvare la detta procedura d’infrazione, comporterebbe, intanto, una cauzione pari allo 0,2% del Pil, cioè di circa 3,4 miliardi: una vera stangata.
Il Governo ha circa un mese di tempo per spiegare come concretamente intenda affrontare la riduzione del debito pubblico, soprattutto in vista della legge di Bilancio 2020 per la quale ci vorranno una cinquantina di miliardi tra Iva, Flat tax e regime pieno di Reddito di cittadinanza e Quota cento.


Liberare risorse dalla spesa corrente e destinarle al sostegno di investimenti privati (mediante il credito di imposta) e pubblici (sbloccando i cantieri), è il modo per rimettere in moto l’economia.
Significa che vanno liberate ed esaltate tutte le opportunità economiche e di lavoro per indurre i gruppi imprenditoriali di tutto il mondo a venire in Italia, e a far riprendere il cammino alle imprese italiane fortemente appesantite da un’imposizione gravosa soprattutto nel settore delle opere pubbliche, per meccanismi farraginosi, complicati, che scoraggiano.
Da aggiungere a questo quadro l’enorme lentezza della Giustizia che non dà la certezza della conclusione dei processi civili, penali, amministrativi e tributari. La questione quindi risiede nella capacità di questo Governo di tagliare la spesa corrente, attuando quella che con un inglesismo viene chiamata spending review.
Nessun Governo ci è riuscito in questi 25 anni perché essa è aumentata continuamente. Qual è la ragione? I politici di turno non sono capaci di mettere in atto piani poliennali che possano scontentare sul momento gruppi di cittadini, ma che poi i risultati premierebbero. Per contro, spendendo, accontentano tutti.

Una delle spese da tagliare chirurgicamente e non linearmente è quella per le pensioni. Quasi nessuno dice con chiarezza all’opinione pubblica che quei pensionati, il cui assegno è calcolato col metodo retributivo, ricevono un importo che non è meritato, perché non corrisponde ai contributi versati nel periodo di lavoro. Vi è da aggiungere che i vari governi hanno facilitato il prepensionamento, in molti casi mediante i cosiddetti scivoli, col risultato di appesantire gli istituti di previdenza.
Per mascherare questi comportamenti nessun Governo ha separato nettamente la spesa per assistenza, che non corrisponde ai contributi versati, da quella di previdenza che con essa ha un qualche collegamento.
L’assistenza è una sorta di redistribuzione della ricchezza in modo che i poveri e le classi meno abbienti abbiano sostegno di vario tipo. Col passare del tempo i vari governi hanno continuato ad addizionare tale sostegno e a moltiplicare le detrazioni fiscali. Cosicchè oggi siamo in presenza di un quadro caotico e aggrovigliato di sussidi e detrazioni, con la conseguenza che si è perso il controllo degli stessi.


Il denaro a basso interesse, in qualche caso vicino allo zero, con cui il presidente della Bce, Mario Draghi, ha sostenuto le economie piu deboli dell’Europa, ha contribuito a mantenere l’inflazione piatta, mentre sarebbe il caso che essa raggiungesse lo standard del 2%. L’inflazione è una sorta di additivo al carburante, per cui quando questo è scarso, riesce a dare una spinta. Però, mantenendola vicino allo zero, questa spinta non c’è con la conseguenza di deprimere l’economia.
Il consumo interno è uno dei due pilastri dell’economia. Continua a rimanere piatto, come piatti sono gli investimenti (l’altro pilastro) con la conseguenza, sotto gli occhi di tutti, che la crescita non c’è, restando intorno allo zero.
Di fronte a questo quadro il Governo ha il difficilissimo compito di trovare la quadra. Però c’è un punto fermo e cioè che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha detto che non sarà il primo a subire la procedura d’infrazione. Traducete voi.