Attività ispettive negli enti locali, la Regione potenzia il personale

Attività ispettive negli enti locali, la Regione potenzia il personale: due nuovi funzionari

Attività ispettive negli enti locali, la Regione potenzia il personale: due nuovi funzionari

Michele Giuliano  |
domenica 03 Marzo 2024

L'aumento delle risorse è stato ritenuto necessario, per cui il dipartimento regionale delle Autonomie locali ha deciso di ampliare il Servizio 3.

Altri due funzionari si aggiungono all’ufficio ispettivo regionale e al Servizio 3, che si occupano delle attività di vigilanza e controllo sugli atti dei Comuni, delle Province e degli altri enti locali della Regione Siciliana.

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L’aumento delle risorse a disposizione è stato considerato necessario, e il dipartimento regionale delle Autonomie locali, con decreto del dirigente generale, Salvatore Taormina, ha deciso di ampliare la composizione del Servizio 3, che conta al suo interno, come funzionari direttivi Giovanni Cocco (nato nel 1962), Antonio Garofalo, nuovo inserimento, Daniela Leonelli, Domenico Ventura Mastrolembo, Antonella Panzeca, Emanuela Santomauro, Giovanni Scafidi e Mario Teresi. Nello stesso ufficio è presente come istruttore direttivo Giovanni Cocco (nato nel 1965).

Allo stesso modo, l’ufficio ispettivo del dipartimento delle Autonomie locali sarà composto da Giuseppe Petralia, Vincenzo Raitano, Angelo Sajeva e Giuseppe Terranova, funzionari direttivi, e da Filippa D’Amato, anche lei nuova arrivata, e Francesco Riela come istruttori direttivi.

Ispettori che diventano commissari

L’attività dei due uffici prende le mosse dalla legge regionale n. 44 del 3 dicembre 1991, con particolare riferimento agli articoli 24 e 25. All’articolo 24 si legge che “qualora gli organi delle Province e dei Comuni omettano o ritardino, sebbene previamente diffidati a provvedere entro congruo termine, o non siano comunque in grado di compiere atti obbligatori per legge, al compimento dell’atto provvede l’assessore regionale per gli enti locali a mezzo di un commissario”.

L’incarico in questione non può superare il termine di un mese; solo in casi di gravi motivi di carattere amministrativo si può prorogare a tre mesi. L’ispettore assume quindi il ruolo di commissario ad acta, e si insedia negli enti locali per svolgere l’azione correttiva assegnata. Riceve anche una indennità di carica e di responsabilità rapportata all’organo sostituito, alla tipologia degli atti adottati, alla professionalità, alla responsabilità e all’entità demografica dell’ente.

Assicurare il buon andamento dell’attività amministrativa

L’articolo 25 della stessa legge dice che “l’assessore regionale per gli Enti locali, anche a mezzo di funzionari in servizio presso le sezioni provinciali del comitato regionale di controllo, può disporre ispezioni saltuarie e periodiche presso le amministrazioni provinciali e comunali, per accertare la funzionalità degli organi amministrativi e tecnici dell’ente, il regolare andamento dei pubblici servizi, nonché l’esatta osservanza delle leggi e dei regolamenti”.

Un’attività di controllo fondamentale per il buon andamento dell’attività amministrativa, necessaria per apportare gli opportuni correttivi in corso d’opera, in un circolo virtuoso di miglioramento delle pratiche lavorative all’interno degli uffici pubblici.

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