L’accusa d Legambiente: "Il ciclone Apollo non è il solo colpevole. Le prime responsabili sono indifferenza e negligenza. Nulla è stato fatto per la manutenzione nonostante le ripetute segnalazioni"
SIRACUSA – “Si dice che il crollo di un tratto delle mura di cinta che ha interessato Torre Avalos è avvenuto perché la costruzione non ha resistito al ciclone Apollo. Non vogliamo fare ironia su un evento che colpisce la città e ferisce ancor più gravemente uno dei suoi monumenti simbolo ma dobbiamo pur dire che Apollo non è il solo colpevole e che anzi l’indifferenza, la trascuratezza, la negligenza sono le prime responsabili della catastrofe, per di più ripetutamente annunciata”. Lo scrivono in una nota Enzo Parisi e Valentina Pugliares di Legambiente Augusta.
L’associazione ambientalista è più volte intervenuta con iniziative, dossier e prese di posizione pubbliche per segnalare le condizioni di degrado, di precarietà e di rischio crollo in cui versa Torre Avalos. Sin dalla metà degli anni ‘90 Legambiente ha condotto varie iniziative per richiamare l’attenzione sullo stato di degrado in cui versavano e versano i beni storici, archeologici e monumentali di Augusta. In alcuni momenti, grazie a fortunate circostanze e alla lungimiranza e disponibilità di amministratori locali e regionali, si è riusciti a effettuare interventi di consolidamento e di parziale o totale recupero delle strutture (Porta Spagnola, Hangar, Forte Vittoria, Castello di Brucoli).
Anche la ricostruzione in tempi non troppo lunghi della parte del Rivellino Quintana crollata nel 2013 è stata il risultato delle diverse e vigorose spinte di Legambiente (vedi la campagna “Settimana della Bellezza”) e di altre associazioni della città.
“Nulla o quasi nulla si è fatto invece per gli altri beni monumentali che rimangono in costante stato di dissesto e a rischio crollo a causa della sordità, del torpore e dell’immobilismo di coloro che dovrebbero tutelarli e conservarli – affermano gli ambientalisti -. Una colpevole indifferenza che produce macerie e cancellazione della memoria e della storia del territorio e delle popolazioni che l’hanno abitato”.
“È questo il caso del forte di Torre Avalos – proseguono Parisi e Pugliares – per il quale Legambiente è più volte intervenuta con iniziative, dossier e prese di posizione pubbliche per segnalare le condizioni di degrado, di precarietà e di rischio crollo in cui versa la struttura. Nel 2005 la campagna “Salvalarte” si occupò del monumento e già allora denunciavamo lo stato di avanzato degrado e di abbandono, con il preoccupante aggrottamento sul lato ovest della Torre, e chiedevamo interventi di restauro e di manutenzione anche al fine di renderlo fruibile. Proponevamo di inserirlo in un’azione di fruibilità controllata, gestita in collaborazione con la Marina Militare, destinandolo a centro di Educazione Ambientale e Museo del Mare”.
“Nel corso degli anni siamo tornati a chiedere misure e interventi di consolidamento e restauro per salvarlo dal crollo – concludono i due rappresentanti di Legambiente -. Purtroppo senza risultato perché finora ha vinto l’ignavia. Oggi, davanti all’ennesimo disastro, a nessuno è consentito nascondersi dietro Apollo. Non ci sono alibi per l’incuria: chi ha in custodia i nostri beni si adoperi, com’è suo dovere, a riparare i danni, a provvedere al restauro e a restituire la Torre Avalos alla fruizione della collettività. Alla Magistratura siracusana chiediamo di accertare di chi sono le responsabilità dell’increscioso e irrefrenato deterioramento dei beni della città”.