Augusta, la fornace di Campolato diventa patrimonio etnografico - QdS

Augusta, la fornace di Campolato diventa patrimonio etnografico

Luigi Solarino

Augusta, la fornace di Campolato diventa patrimonio etnografico

martedì 22 Marzo 2022

La fornace da calce di Campolato di Brucoli riconosciuta dall’assessorato dei Beni culturali come bene di valore etnografico: adesso è pronta a diventare una tappa di itinerari didattici e turistici

AUGUSTA (SR) – La fornace da calce (e il vicino vano di pertinenza) che si trova a Campolato basso, nei pressi di Brucoli, è stata riconosciuta quale bene di valore etnografico dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana.

Lo ha reso noto il presidente dell’Associazione Marilighea di Augusta, Luca Di Giacomo, che da tempo aveva richiesto all’Assessorato il decreto di vincolo per la struttura che riveste un valore etnografico. Detto decreto rappresenta un precedente del tutto inedito poichè la fornace di Campolato basso risulta essere il primo bene appartenente al territorio di Augusta a ricevere un vincolo di tipo demoetnoantropologico.

L’importante risultato è stato raggiunto, dopo una lunga trafila amministrativa iniziata nel 2015, grazie alla proficua sinergia tra la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Siracusa diretta da Salvatore Martinez e l’associazione Marilighea.

L’unità operativa ai Beni Paesaggistici ed Etnoantropologici, coordinata da Giuseppe Armeri con i funzionari incaricati del vincolo dell’antico impianto produttivo, l’esperto catalogatore Giuseppe Implatini e il catalogatore Carlo Cicero, per avvalorare l’istanza e redigere la relazione tecnica allegata al provvedimento di tutela si è avvalsa anche del fondamentale, approfondito studio eseguito da Luca Di Giacomo sull’antico stabilimento produttivo, nell’ambito della propria tesi di laurea in Storia e Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali, che ha fornito informazioni storiche, oltre che foto d’epoca e rilievi.

La struttura, edificata intorno al 1939 da Matteo Di Mauro che acquistò anche le cave adiacenti per l’approvvigionamento della materia prima, servì alla produzione di calce che veniva esportata via mare fino a San Giovanni Li Cuti, per poi da lì essere distribuita nel catanese.

“Dal punto di vista pirotecnologico la fornace in questione rappresenta la tipologia detta ‘a lunga fiamma a fuoco continuo’ un metodo all’avanguardia, per i tempi in cui era attiva, perché consentiva una produzione ininterrotta – ha dichiarato Luca Di Giacomo -. Inoltre richiedeva la presenza di un indotto che occupava diverse maestranze, come i cosiddetti ‘pirriaturi’ (cavatori di pietra) tra cui si ricorda Pietro Tortora di Brucoli. La struttura presente a Campolato basso, come dichiarato nel testo del vincolo, è ‘di interesse etnoantropologico particolarmente importante’ e questo perchè costituisce un metodo di produzione non più esistente e perchè l’ultimo esemplare di questa tipologia nel territorio, dal momento che altre simili esistenti nei pressi dell’attuale via Catania, di proprietà della famiglia La Ferla, vennero distrutte in concomitanza dell’espansione urbana della zona Borgata”.

“Il risultato ottenuto grazie all’interesse ed impegno di Marilighea e alla operatività dell’ente preposto alla tutela del patrimonio – aggiunge Di Giacomo – scongiura la possibilità che un tassello così importante della nostra storia economica venga danneggiato o anche solo adibito ad usi non compatibili col suo carattere etnoantropologico, dandogli così anche un nome, un significato e un valore e risolvendo una volta per tutte le tante inesattezze divulgate finora a riguardo di quello che, data la particolare collocazione, rappresenta un riferimento visivo fondamentale nel paesaggio di Brucoli”.

“Infine – conclude il presidente di Marilighea – il bene trovandosi lungo uno dei più suggestivi percorsi escursionistici dei dintorni del borgo marinaro, si presta particolarmente a divenire tappa anche di itinerari didattici pluridisciplinari che le scuole di Augusta e non solo vorranno programmare”.

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