Il Coordinamento “Punta Izzo” e l’associazione “Natura Sicula” riaccendono i riflettori sull’esbosco dell’area. Gli ambientalisti avvertono: “Pronti a formalizzare un nuovo esposto alla Procura”
AUGUSTA (SR) – “Il danno al Parco dell’Hangar di Augusta c’è stato ed è grave e permanente. Siamo pronti a formalizzarlo in un nuovo esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Siracusa”. È quanto scrivono in una nota il Coordinamento “Punta Izzo Possibile” e l’Associazione “Natura Sicula”.
“A distanza di quattro anni dal taglio degli alberi, i danni provocati da Marisicilia (il Comando della Marina Militare di Augusta) al parco dell’hangar sono ormai sotto gli occhi di tutti – dichiarano le due associazioni – . I terreni in questione sono di proprietà del Demanio dello Stato e l’intera cittadella militare, che include l’hangar per dirigibili, è stata dichiarata bene d’interesse culturale e Luogo dell’Identità e della Memoria dalla Regione Siciliana (cfr. d.d.g. n. 3028 del 05/11/2014 e d.a. n. 8410/ del 03/12/2009).
Ogni albero facente parte di questo bene culturale, anche se di specie alloctona, è classificato dalla legge quale “albero monumentale”, in quanto componente di un complesso architettonico di importanza storica e culturale (art. 7 lett. c, d.lgs. L. 10/2013). Ogni albero rientra quindi in quella categoria di beni che, secondo il Codice Urbani, “non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione”.
“Malgrado ciò – proseguono – a marzo 2017, nei terreni fino a quel momento in consegna all’Agenzia del Demanio, Marisicilia decide abusivamente, ovvero in assenza della preventiva autorizzazione paesaggistica della Soprintendenza, di far tagliare decine di eucalipti e qualche pino dell’età media di 60-70 anni”.
“I militari giustificarono l’intervento, definendolo eufemisticamente di ‘manutenzione del verde’ – aggiungono le due associazioni – . Nei fatti si trattò di un vero e proprio esbosco: il taglio dei tronchi avvenne a soli 40-60 cm da terra, provocando la morte dei pini e la formazione di polloni avventizi negli eucalipti, polloni molto instabili in quanto tendono a spezzarsi man mano che crescono. I danni non si sono limitati al patrimonio arboreo e al paesaggio; hanno pesantemente intaccato anche il patrimonio faunistico. A soli 600 m di distanza infatti vi sono le saline del Mulinello, iscritte nella Rete Natura 2000 come Zona Speciale di Conservazione (ZSC) in considerazione della notevole presenza di uccelli acquatici e dell’importanza che la zona umida costiera rappresenta come habitat. Essendo stati eseguiti nei pressi della ZSC delle saline, i lavori andavano preventivamente sottoposti a V.Inc.A , come recita l’articolo 6 della direttiva CEE Habitat del 1992”.
“La Sovrintendenza di Siracusa, l’ente che dovrebbe proteggere i beni culturali e ambientali, chiede a Marisicilia una relazione agronomica – concludono gli ambientalisti – . Ricevuta la relazione, la Soprintendenza rilascerà a giugno 2017 (sono passati tre mesi dall’intervento) un parere favorevole a completare i lavori di “taglio” e a sostituire gli alberi danneggiati con essenze arbustive e arboree autoctone. Da allora un solo albero non è stato piantato, nessun esemplare è stato sostituito. Pur avendo il dovere giuridico di ripristino dello stato dei luoghi e di mitigare il danno ambientale, Marisicilia ha deciso di non piantare nulla”.