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Aumentare i compensi alle Forze dell’Ordine

Aumentare i compensi alle Forze dell’Ordine
Forze dell’Ordine

Pagare sempre i risultati

Vi sono tre milioni e duecentomila dipendenti nelle Pubbliche amministrazioni italiane. In generale, la macchina Pa è inceppata e non funziona, per cui abbiamo citato più volte la metafora secondo la quale, quando il motore va a tre e non a quattro cilindri, il veicolo è in panne.
Tutti i ministri della Pubblica amministrazione, dalla riforma del 1994, hanno tentato di creare un modello organizzativo che la facesse funzionare, ma, a giudicare dai risultati, le migliori intenzioni non hanno sortito effetto alcuno, ciò perché chi governa ha difficoltà a organizzare tutta la Macchina secondo criteri di efficienza, produttività e funzionalità, in base a un modello matematico per cui vengono elencati gli obiettivi, contestualmente calendarizzati.
Nella Pubblica amministrazione manca quel segmento fondamentale del controllo, che verifica se i risultati siano arrivati nei tempi previsti, nella quantità e qualità preventivata.

Il confronto fra risultati e obiettivi, il confronto fra tempi calendarizzati e tempi realizzati, porta alla matematica conclusione che quella Pubblica amministrazione, settoriale o complessiva, ha fatto il proprio dovere o meno. Nel primo caso, se i risultati combaciano con gli obiettivi, anche nei tempi, devono essere dati adeguati premi; nel secondo, applicate adeguate sanzioni.
Per cui, da molti anni, tutto va alla carlona e i risultati si vedono, primo fra i quali il freno all’aumento del Pil, che senza efficienza è incatenato.

Tuttavia, dobbiamo distinguere le Forze dell’Ordine dall’insieme dell’impiego pubblico perché esse, invece, dimostrano capacità di ottenere risultati.
Polizia, Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia Penitenziaria, lavorano in base a un’organizzazione efficiente e quindi ottengono i risultati, rigorosamente elencati e pubblicati, che però hanno poco risalto nei media e quindi trovano poco consenso da parte dei cittadini e delle cittadine.
Le Forze dell’Ordine sono trattate male dal punto di vista economico; dirigenti generali e altri vertici pagati meno dei vertici dei magistrati e lontani cento miglia dai giudici costituzionali.

Nonostante quanto precede, non abbiamo mai sentito una protesta da parte delle Forze dell’Ordine, che vengono bistrattate in ogni occasione di manifestazione pubblica, come se esse impedissero l’esercizio della libertà, mentre, in realtà, tutelano la libertà della stragrande maggioranza dei cittadini e delle cittadine contro coloro che protestano più o meno legittimamente.

Abbiamo appurato che un componente delle Forze dell’Ordine prende sei euro per ogni ora di straordinario: ridicolo. Abbiamo appurato che un finanziere guadagna quanto un insegnante: ridicolo. La Guardia di Finanza, e segnatamente la Polizia Economico-Finanziaria, porta a casa venti/venticinque miliardi l’anno di evasione. Ma lo Stato si dimostra avaro nei confronti di questi servitori, che sono capaci di snidare cittadini-mascalzoni che non fanno il loro dovere fiscale, mentre mangiano nella greppia dei servizi pubblici di ogni tipo.

Non sentiamo media e non leggiamo quotidiani che portino in evidenza quanto stiamo scrivendo oggi, forse perché la cosa non interessa alla massa dei cittadini e delle cittadine o, peggio, disturba chi dall’eccellente azione delle Forze dell’Ordine può ricevere un danno, cioè danneggia la loro attività criminale.

La situazione è chiara e lampante, per cui non facciamo fatica a illustrare il quadro di riferimento. Chiunque voglia vedere, può vedere e costatare quello che andiamo scrivendo. Chiunque abbia un parente nelle Forze dell’Ordine gli chieda qual è il suo trattamento economico e previdenziale e troverà conferma in questa nota.

Per cui abbiamo il dovere di interpellare i ministri dell’Interno (Piantedosi), dell’Economia e Finanze (Giorgetti) e della Difesa (Crosetto), affinché mettano mani a una revisione nella parte retributiva dei contratti di lavoro e paghino adeguatamente questi servitori e servitrici dello Stato, che continuano a lavorare duramente (quasi tutti e tutte), portando a casa risultati (quasi sempre) ottimi.