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Auto inquinanti, i siciliani ammorbano la loro aria: nell’Isola tra i numeri più alti d’Italia

Auto inquinanti, i siciliani ammorbano la loro aria: nell’Isola tra i numeri più alti d’Italia
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Negli ultimi 5 anni numeri in calo ma le auto da euro 0 a 3 ancora sono troppe in circolazione 

Tante le auto che circolano in Sicilia, e soprattutto, troppe sono ancora quelle inquinanti. Secondo i dati messi a disposizione dall’Aci, nell’Isola nel 2023 il potenziale inquinante è pari a 136,8. Ciò significa che, ogni 100 autovetture da euro 4 a euro 6, a basso potenziale inquinante, ce ne sono in circolazione sulle strade isolane 136,8 considerate ad alto potenziale inquinante, appartenenti alle classi da euro 0 a euro 3.

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La media regionale viene ampiamente superata nel territorio della provincia di Catania, dove il potenziale inquinante arriva a 163,5, seguita da Caltanissetta a debita distanza, a 139,6. Tutte le altre province rimangono sotto la media regionale, con valori minimi registrati nella provincia di Ragusa, dove si scende a un indice di potenziale inquinante pari a 125,8. I valori siciliani sono molto alti, tra i più alti della penisola, considerato che la media nazionale per l’anno precedente si ferma a 110,7.

Auto inquinanti, i siciliani ammorbano la loro aria: nell’Isola tra i numeri più alti d’Italia

I dati per macroterritori

Per macroterritori, sono proprio le Isole a segnalare i risultati peggiori, pari a 136,1. La situazione migliora risalendo lungo lo stivale. Il Sud, infatti, si ferma a 132, il Centro a 104 mentre il Nord si attesta a 100,9. Nello specifico, è il Nord Est a raggiungere i risultati migliori, unico territorio in cui le auto non inquinanti superano quelle inquinanti, fermandosi a 96,8, con Rovigo che scende a 94,6.

A livello regionale, l’Emilia Romagna si pone in cima alla classifica delle regioni meno inquinanti, e proprio lì si registra il valore più basso d’Italia: per l’esattezza a Bologna, dove si scende a 86,2.  In termini percentuali, le auto che circolano sulle strade siciliane sono rappresentate, nel 32,3% dei casi, da autovetture di classe euro 3 o inferiore; il 24,3% sono di classe euro 4, il 14,4% di classe euro 5 e il 28,6% di classe euro 6. Delle ultime due classe, il 22% sono a gasolio. Pochissime, quindi, le auto di ultima generazione, che siano elettriche, ibride o di altro tipo di alimentazione.

Il confronto con l’Italia

A voler fare il confronto con quanto succede nel resto della penisola, si evidenzia immediatamente come le auto a maggior effetto inquinante in Sicilia siano circa l’8% in più, mentre sono il 10% in meno quelle di classe euro 6. Unico dato positivo per la Sicilia l’andamento nel tempo.

Dal 2018, infatti, la riduzione dell’indice di potenziale inquinante è stata importante: la media regionale, infatti, si attestava in tale anno a 171,6, per cui in questi 5 anni è scesa di 35 punti, più che nel resto della penisola, dove sono stati recuperati 27 punti. Il miglioramento maggiore riguarda il territorio di Catania, dove sono stati guadagnati 45 punti, mentre a Palermo, limite minimo individuato, tale valore è sceso di 30 punti.

Auto poco inquinanti, incidono poco

Ancora troppo bassa, comunque, in Sicilia, la diffusione delle auto a basso fattore inquinante, ma si tratta di una condizione che riguarda tutta la penisola.

A livello nazionale, nel 2023 si contano 0,878 veicoli a combustibili fossili per abitante, addirittura in lieve aumento rispetto all’anno precedente (0,873). Tra le grandi città, i valori più bassi, inferiori a 0,7, si osservano a Milano e Venezia; i più alti, superiori a 0,9, a Messina e Catania. Inoltre, nel 2023 queste città siciliane, insieme a Palermo, presentano tra i più alti tassi di motorizzazione. Si continua, insomma, ad allargare un parco auto già molto grande. Nel 2023, l’Italia ha il più alto tasso di motorizzazione dell’Unione europea, con 694 autovetture registrate ogni 1.000 abitanti contro una media Ue di 571. Rispetto alle altre maggiori economie dell’Unione, inoltre, questo indicatore presenta in Italia non soltanto valori nettamente superiori, ma anche una crescita più sostenuta negli ultimi anni.