Per quanto gli autoveicoli siano il mezzo più utilizzato nell’Isola, le percorrenze medie annue degli autoveicoli per il trasporto passeggeri si fermano a 9.082 chilometri, ben al di sotto della media nazionale di 10.231. Peggio fanno solo la Liguria, a 8.681 chilometri, mentre rimangono sempre al di sotto del resto della penisola la Calabria a 9.875, il Piemonte a 9.918 e la Basilicata a 9.959 chilometri.
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I dati sono quelli relativi al 2021, inseriti nella prima stima ufficiale delle percorrenze stradali nazionali formulata dall’Istat e recentemente pubblicata. La Sicilia conferma così un quadro di minore mobilità stradale, che riflette da un lato le difficoltà infrastrutturali e dall’altro una composizione del parco auto più vecchia e meno efficiente. Basti pensare che nel Mezzogiorno, regione compresa, la quota di percorrenze effettuate da veicoli più “puliti”, classificati come Euro 4 o superiori, è significativamente inferiore rispetto al Centro-Nord, dove si raggiungono punte del 95% come in Valle d’Aosta.
In Sicilia la densità veicolare è più bassa della media nazionale
L’isola non brilla nemmeno per densità veicolare: nel 2021 in Sicilia si contavano 645 veicoli circolanti ogni mille abitanti, contro i 710 della media nazionale, e 121 veicoli ogni chilometro quadrato. Numeri che la collocano nelle retrovie rispetto ad altre regioni del Sud come la Campania, che con 575 veicoli ogni mille abitanti registra comunque una densità di 237 veicoli per chilometro quadrato.
La differenza territoriale è ancor più evidente se si guarda alla Lombardia, dove circolano 291 veicoli per chilometro quadrato, o alla Valle d’Aosta, che raggiunge il record di 1.861 veicoli ogni mille abitanti, dato però influenzato dalle immatricolazioni aziendali fittizie. Un altro indicatore della minore mobilità siciliana è la quota di percorrenza media per provincia. Secondo l’Istat, le province dell’isola figurano tra quelle con i chilometraggi medi più bassi a livello nazionale: tutte restano al di sotto della soglia dei 9.000 chilometri annui.
Rete viaria poco efficiente e pochi veicoli aziendali alla base dei pochi chilometri percorsi
Una tendenza che può essere attribuita a più fattori: la bassa qualità della rete viaria interna, l’assenza di autostrade efficienti in molte aree, la scarsa diffusione di veicoli aziendali, che percorrono in media molti più chilometri, e, non da ultimo, le condizioni socioeconomiche più fragili che incidono sulla capacità di spostarsi frequentemente in auto.
In termini di età media, il parco circolante siciliano è tra i più vetusti d’Italia. Un parco veicolare vecchio significa maggiore inquinamento, più consumo di carburante, più costi di manutenzione e meno sicurezza stradale. Inoltre, limita la possibilità di sfruttare le potenzialità della mobilità elettrica e sostenibile. A livello nazionale, l’età media dei veicoli è di 10,8 anni, ma nelle regioni meridionali e in Sicilia la percentuale di auto con oltre 20 anni è molto elevata.
Il parco macchine isolano è sempre più vecchio
E l’età, come dimostrano i dati Istat, influisce direttamente sulla percorrenza: i veicoli con meno di quattro anni percorrono in media oltre 13.400 chilometri annui, mentre quelli con più di 20 anni si fermano a meno di 4.600.
Guardando al tipo di alimentazione, la composizione del parco circolante siciliano continua a essere dominata dai motori a gasolio e benzina, con una penetrazione ancora limitata di veicoli elettrici o ibridi. Nel 2021, a livello nazionale, si stima per gli autoveicoli per il trasporto di passeggeri che quasi 14 milioni siano alimentati a benzina, oltre 15 milioni a gasolio e 2,4 milioni a gas Gpl; gli autoveicoli ibridi elettrici superano di poco il milione di unità, sono poco più di 900 mila quelli a metano e 117 mila gli autoveicoli elettrici.

