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Auto, PwC: eReadiness Italia in calo ma crescono interessati ad acquisto bev

Auto, PwC: eReadiness Italia in calo ma crescono interessati ad acquisto bev

Papi: Si sta perdendo l’occasione di convertire la domanda in vendite

Milano, 19 set. (askanews) – L’Italia perde punti nello sviluppo del percorso di transizione verso l’elettrico, ma crescono gli interessati all’acquisto di un’auto a batteria nei prossimi due anni. E’ quanto emerge dalla 6° edizione dell’indagine eReadiness Study 2025 di PwC Strategy& Italia che assegna al nostro paese un punteggio, basato su 14 indicatori, di 2,5 in calo rispetto al 2,9 dello scorso anno. Un livello che posiziona l’Italia agli ultimi posti in Europa, con Francia e Germania che viaggiano rispettivamente a 3,8 e 3,4.

Crescono invece gli interessati all’acquisto di un’auto elettrica nei prossimi 24 mesi al 38% dal 33%, posizionando l’Italia sui livelli della Norvegia, che però ha una diffusione dell’elettrico pari al 96,1%.

“Si sta perdendo l’occasione di convertire la domanda in nuove vendite di veicoli elettrici. E’ vero che si tratta di un dichiarato ma è pari, ad esempio, alla Germania (38%) dove la quota di bev e phev è al 27,6%”, spiega Francesco Papi, Partner PwC Strategy& e Automotive Leader.

A pesare sull’acquisto sono i prezzi elevati dell’elettrica, un fattore più sentito in Italia a causa dei redditi più bassi in particolare al Sud, l’autonomia soprattutto delle compatte e la limitata disponibilità di ricariche pubbliche, più utilizzate rispetto ad altri paesi Ue per la minor diffusione di posti auto privati e per le difficoltà a installare colonnine.

Nonostante alcuni miglioramenti nella diffusione delle colonnine di ricarica, rimane un forte divario con gli altri paesi Europei. In particolare le colonnine ultra fast (sopra i 150 kW) rappresentano solo il 7% del totale, contro il 17% in Germania e l’11% in Francia e Regno Unito e la penetrazione del numero di punti di ricarica pubblici in relazione al parco circolante rimane stabile (1,4 punti di ricarica ogni 1.000 vetture) ed al di sotto dei valori registrati in altri Paesi come Francia (3,9) e Germania (3,2).

Riguardo i prezzi delle auto da segnalare che nonostante una riduzione del delta di prezzo fra elettrico e Ice (termico), le bev compatte costano ancora il 23% in più delle Ice. Percentuale che scende al 9% nel segmento C delle medie, mentre nel caso delle auto più grandi (segmenti D, E, F) i prezzi delle elettriche sono inferiori del 24%.

Un aiuto può arrivare dagli incentivi. “Gli incentivi anche se inferiori rispetto allo scorso anno e con condizioni più restrittive aiutano, ma prima vanno risolti i temi delle infrastrutture, dei prezzi e dell’autonomia, soprattutto delle compatte”, conclude Papi.